Il presidente Toma nel suo intervento sul 25 Aprile tenta un’operazione strategica, quella di togliere alla data il valore della Libertà conquistata dai Partigiani per redistribuirlo a tutti coloro che in quel momento storico si trovavano a combattere sul suolo italiano ma, ancora una volta, ne combina una delle sue; annovera tra i salvatori della Libertà e dell’Italia anche il contingente di “soldati tunisini, senegalesi e goumier, marocchini di etnia berbera”.
Bene, ogni guerra porta scempio e rovina e moltissimi soldati si macchiarono di crimini efferati contro gli italiani ma quello che fecero i goumier inquadrati nel Corpo di spedizione francese in Italia fu qualcosa di diverso: fu metodo, fu merce di scambio, fu brutalità e violenza autorizzata da chi li aveva arruolati.
Da tempo ormai è noto che dopo la battaglia sui Monti Aurunci e nella Valle del Liri, in Ciociaria, i generali concedettero 50 ore di libertà alle truppe dei goumiers e che proprio il quelle 50 ore avvennero stupri e violenze di massa sulle donne, gli uomini e i bambini di quelle zone.
A seguito delle violenze sessuali molte persone furono contagiate da sifilide, gonorrea e altre malattie a trasmissione sessuale. Molte donne rimasero incinte e altrettante abortirono o ebbero aborti spontanei.
Ci furono diversi casi di suicidio tra le donne violentate e si registrarono molti casi di infanticidio dei bambini nati in seguito agli stupri così come riportano diverse testimonianze, tra queste anche quella del sindaco di Esperia (comune in provincia di Frosinone) che disse che nella sua città furono violentate 700 donne su un totale di 2.500 abitanti; alcune delle quali morirono pochi giorni dopo gli stupri.
Il nostro presidente non perde occasione per macchiarsi di ridicolo e per ricoprire tutti noi molisani, che lo abbiamo quale nostro rappresentante, di vergogna.
Una vergogna nazionale dato che in queste ore le testate nazionali stanno ribattendo e diffondendo le parole di Toma.
Noi oggi vogliamo invece ancora testardamente ricordare il sacrificio dei nostri partigiani, di quanti si opposero al regime fascista con ogni mezzo, pagando con la vita l’ideale di Libertà.
E in questa circostanza ricordiamo anche tutte le donne e gli uomini vittime di violenza delle marocchinate ai quali, da molisani, vogliamo esprimere solidarietà e chiedere scusa per le parole del nostro presidente.
La libertà è un diritto non negoziabile, ed è per questo che ci auguriamo che i molisani, con ostinazione quando potranno tornare alle urne votino per la Liberazione del Molise da chi appare completamente inadeguato a ricoprire il ruolo che ricopre.