“Alla vigilia della Festa dei Lavoratori, sono intervenuto alla Camera dei Deputati per raccontare una storia di lavoro perso, bistrattato, offeso. È la storia degli ex lavoratori della Guala Closures Group srl, multinazionale molisana con sede a Termoli, che realizza tappi di bottiglia. Una storia che racchiude tutte le storture del sistema che finora ha strozzato il lavoro in Italia: Jobs Act e licenziamenti in esubero, delocalizzazioni, centri per l’impiego che non funzionano e agenzie interinali allo sbando”, il commento del parlamentare molisano Antonio Federico.
“Nel 2012 l’azienda comunica ai lavoratori riduzione del personale e trasferimento del reparto all’estero. Per i lavoratori sono pronte cassa integrazione straordinaria e mobilità. Sindacati, Regione e azienda si accordano. Agli estromessi è offerto il trasferimento al Nord con lo stesso stipendio, ma solo qualcuno accetta lo stravolgimento di una vita.
I lavoratori – continua Federico – non si arrendono e impugnano cigs e mobilità. Parte il processo e il primo grado di giudizio dichiara illegittima la procedura di scelta dei lavoratori da tagliare. Per i dipendenti, però, nessun reintegro a lavoro, solo uno stipendio base.
Nell’aprile 2015 la scena si ripete: l’azienda annuncia nuovi tagli che colpiscono gli stessi lavoratori già estromessi.
Non solo. Da ottobre 2016, nonostante i lavoratori in mobilità, l’azienda ha assunto personale interinale con lavoro su somministrazione, uno dei mille difetti del Job’s Act. In pratica 15 persone esterne all’azienda ora lavorano alla Guala svolgendo le stesse mansioni di chi è stato licenziato. Inoltre da agosto 2018, oltre agli interinali, per usufruire degli sgravi fiscali regionali l’azienda ha assunto quattro under 30 a tempo indeterminato.
In pratica un’azienda licenzia due volte parte dei suoi dipendenti e intanto assume personale interinale ed esterno. Una storia simbolo di un passato che stiamo superando.
Secondo i numeri diffusi dall’Osservatorio dell’Inps sul precariato- conclude Antonio Federico – i risultati del lavoro di questo Governo sono già visibili: aumentano i contratti a tempo indeterminato, raddoppiano le trasformazioni, cominciano a diminuire le assunzioni a termine, insomma salgono i nuovi rapporti di lavoro stabili. Basta? No, siamo solo all’inizio. Ma abbiamo la certezza che con il Decreto Dignità storie come quelle della Guala non saranno più possibili”.