L’ipotesi di esclusione delle donne dalla Giunta regionale -che a breve potrebbe trovare la sua definizione- l’estromissione quindi della quota di genere dalla gestione della cosa pubblica, costringe doverosamente il consigliere Nunzia Lattanzio, unica eletta in maggioranza, a rompere il silenzio.La quasi certa assenza femminile nella Giunta Frattura bis, non risulterebbe per la Lattanzio affatto casuale, ma segnale chiaro di una mentalità egemonica diffusa a Palazzo Vitale ed in seno allo stesso Consiglio regionale, mentalità ancora fortemente legata ad una visione settaria del potere.
Si tenga a mente che nella Legislatura in corso, nessun Organo consiliare ha visto eleggere un consigliere donna in posizione apicale, e che lo stesso Ufficio di Presidenza è composto da soli uomini.
“Non è una questione di quote rosa -precisa Nunzia Lattanzio- la nomina di una donna nell’Esecutivo dovrebbe maturare attraverso processi logici naturali per un corretto profilo osservativo delle singole questioni politico-amministrative. Una eventuale imposizione, per statuizione e fissità normativa, mortificherebbe la stessa decisione. La modifica statutaria o l’eventuale ricorso di parte, segnerebbero per il nostro Molise una nuova pagina buia nella affermazione di principi costituzionali e democratici. Appare inutile ricordare che in ogni contesto relazionale pubblico e privato, il contributo di genere ampio crea ed alimenta un contraddittorio puro e completo. Il confronto prezioso tra uomo e donna, in ambito genitoriale, amministrativo, sociale e lavorativo è indubbiamente strumento di diversificata ed articolata analisi”.
A questo punto, per il consigliere Lattanzio, è naturale dedurre che la mancata presenza delle donne nell’Esecutivo regionale sia strettamente collegata a supposizioni degli uomini che operano nelle stanze del potere molisano, visto che per loro le donne possono essere collaboratrici apprezzate, professioniste stimabili, ma non colleghe.
“Il Governatore Frattura, al fine di tutelare gli equilibri politici e con riferimento a logiche prevalentemente statistico-numeriche, conclude Lattanzio, è forse lontano dall’idea di nominare una donna in Giunta. Egli probabilmente è forte dell’idea che la natura dei suoi assessori sia complessa e completa da racchiudere sia il maschile che il femminile. Lo stesso Governatore, dimentico di ogni consolidata teoria scientifico-sociologica-psicologica ed economico-sociale, potrebbe finire con l’operare la riproposizione di un Esecutivo al maschile. Al mio Presidente, probabilmente, le dimensioni distinte dell’uomo e della donna, diverse ed inseparabili, complementari ed indivisibili trovano summa esclusivamente nella singola natura dell’uomo. Un caso tutto molisano!”.