Sui temi dello sviluppo sostenibile, della difesa dei terreni e dei fabbricati agricoli aggrediti da impianti impattanti dell’eolico e del fotovoltaico, della valorizzazione dei beni culturali e ambientali, della tutela del territorio dall’inquinamento elettromagnetico e dalla trasformazione del Molise in una sorta di pattumiera di rifiuti del Centro – Sud, come confermano gli atti istituzionali, le mobilitazioni locali e le iniziative nazionali, ho intrapreso, fin dai tempi del mio impegno sindacale, ogni azione tesa ad affermare il diritto dei molisani ad essere rispettati.
Nella stampa locale non mancano i riferimenti sulle prime manifestazioni a Venafro contro i rifiuti tossici risalenti alla seconda metà degli anni novanta e non è difficile reperire filmati o documenti che attestano le prime petizioni popolari in difesa del sito archeologico di Altilia – Saepinum avviate insieme al generoso Luigi Di Marzio di Cercemaggiore agli inizi del 2000. Le lotte sociali si sono sommate agli atti istituzionali adottati in Consiglio Regionale insieme all’attuale Presidente della Provincia De Matteis per arginare l’invasione dell’eolico selvaggio e preservare la Valle del Tammaro ed il Crinale della Castagna. Ma come ha avuto modo di ascoltare a Morcone domenica scorsa nell’incontro fatto innanzi al Sottosegretario Del Basso De Caro e a qualche centinaio di persone, ho evidenziato che dalle stime di ITALIA NOSTRA i cittadini italiani sono costretti a pagare sulle bollette ENEL 14 miliardi annui in favore delle imprese che producono energie rinnovabili.
Ed insieme a settori avanzati, puliti e innovativi, si registra che gran parte di questo colossale giro di affari finanzia in modo distorto il mercato dell’energia verde, drogando il sistema e alterando la concorrenza. In assenza degli eco-incentivi pagati dai cittadini non sarebbe conveniente installare tecnologie obsolete ed impattanti, per la semplice ragione che i costi dell’investimento non potrebbero mai essere ammortizzati con il ricavato della vendita dell’energia prodotta. Basta controllare la qualità tecnica degli impianti costruiti nel Mezzogiorno e confrontarli con quelli del Nord Europa per rendersi conto del fenomeno distorsivo. Sta di fatto però che gli interessi di un giro d’affari di 14 miliardi annui si sono talmente stratificati che ipotizzare di rimuoverli con un colpo d’ala è oggettivamente illusorio. Se è vero com’ è vero che la legge regionale a tutela della Valle del Tammaro, che recepì un emendamento De Matteis – Petraroia, venne impugnata dal Governo ed abrogata dalla Corte Costituzionale; se è vero com’ è vero che il Consiglio di Stato, ripetutamente ed in qualche circostanza la Corte di Cassazione, hanno ribaltato le sentenze dei primi gradi di giudizio dando ragione alle imprese eoliche, e se è vero com’ è vero che in Parlamento non si riesce a modificare il Decreto Legislativo del 2003 nemmeno nella parte in cui sancisce che gli elettrodotti e gli impianti eolici e fotovoltaici realizzati da privati con profitti privati sono equiparati a interventi indifferibili di pubblica utilità, significa che lo scontro tra chi difende il territorio e gli operatori del settore è molto aspro e duro, come ci conferma l’alternarsi di preoccupazioni inerenti gli impianti eolici nella Valle del Tammaro contro cui si sono schierate 136 associazioni italiane ed estere, personalità come Salvatore Settis e Don Luigi Ciotti e per i quali siamo riusciti ad ottenere un deliberato unanime anche dal Consiglio Comunale di Roma.
La consapevolezza sull’entità dello scontro non deve intimidirci né farci arretrare dal nostro impegno, e a questo proposito segnalo che la Regione Molise con l’Assessorato all’Ambiente ha predisposto una proposta di legge a salvaguardia dell’agricoltura, dell’ambiente e del territorio, che è al vaglio degli uffici legali per un ulteriore affinamento normativo e sarà al più presto adottata dai competenti Organi di Giunta e di Consiglio.
In un recente evento pubblico l’Assessore Facciolla ha anticipato i tratti salienti di tale proposta di legge che rappresenterebbe un punto fermo attuativo dell’art. 9 della Costituzione e unirebbe il Molise ad altre Regioni meridionali che si stanno finalmente opponendo alla devastazione di ampie fasce di territorio perpetrate da imprese che non lasciano alcun beneficio alle popolazioni locali. Personalmente, come ho aggiunto a Morcone domenica sera, non ho problemi a fare un passo indietro rispetto alle responsabilità istituzionali che ricopro qualora ciò si rivelasse di qualche utilità per la difesa anche di un solo coltivatore diretto in lotta per un proprio terreno o fabbricato rurale. Le principali associazioni nazionali di tutela ambientale, che da anni contrastano lo smaltimento dei rifiuti e la proliferazione selvaggia degli impianti eolici e fotovoltaici e con cui ho condiviso e condivido un’idea di sviluppo compatibile e sostenibile, sanno bene che non avrei alcun dubbio a compiere qualsiasi scelta a tutela del Molise e dei Molisani.