Cittadini, comitati, sindaci, parti civili e religiose. Il basso Molise si è ritrovato unito e compatto con un solo obiettivo: bloccare e trovare soluzioni sull’ultimo degli scempi che il territorio non ha intenzione di accettare tacitamente.
Il progetto del parco eolico di Campomarino – Portocannone infatti prevede nuovi mega impianti in un’area a forte vocazione agricola e turistica. Insomma, un’area in cui l’altro risvolto dello sviluppo – quello eccessivo – minaccia di travolgere tutto e tutti, spezzando le radici di un territorio che rischia di essere fagocitato da ferro e cemento.
“In Regione abbiamo approvato il Piano energetico nel 2017, ma ad oggi mancano ancora le linee guida – commenta Patrizia Manzo, portavoce del M5S – Nel frattempo c’è una bozza di Piano paesaggistico regionale che attende la definitiva approvazione da decenni, dopo lungaggini e concertazioni con Unimol e Mibact. Basta attendere che il territorio venga sventrato, oggi serve una seria programmazione per cambiare rotta e una politica in grado di disegnarne il futuro, non tesserne il drammatico destino. Una politica in grado di puntare sulla gestione collettiva dell’energia attraverso la promozione delle comunità energetiche, mettendo in rete economia pulita a costi ridotti”.
“Il Molise vanta uno strano record in materia energetica – ha ricordato Valerio Fontana, intervenendo all’incontro di Nuova Cliternia – Abbiamo una concentrazione di impianti eolici nettamente superiore alla media nazionale. Circa 350 aerogeneratori in soli 4400 chilometri quadrati. Basti pensare, ad esempio, che l’Abruzzo non arriva a 300, nonostante un’estensione territoriale più che doppia. Numeri in controtendenza rispetto a quelli relativi al riparto dei fondi ricevuti: riceviamo ogni anno circa lo 0,5% della torta dei finanziamenti nazionali, ma registriamo il 3,8% dell’energia eolica prodotta a livello nazionale. A questi numeri si aggiunge un’altra anomalia: abbiamo subito una proliferazione incredibile di micro parchi eolici da 5-6 pale, che hanno invaso gran parte del territorio regionale. In Italia siamo l’unica regione a non disporre di una legge urbanistica e un Piano paesaggistico. Tutto ciò è inaccettabile”.
“Se in Molise dobbiamo assistere periodicamente a progetti incoerenti con le sue vocazioni naturali è perché il governo Toma si è rivelato totalmente incapace di fare scelte programmatiche lungimiranti – ha sottolineato Angelo Primiani – . Lo sviluppo però, se è di questo che parliamo, dovrebbe sempre tener conto del sacrificio di chi per primo ha scommesso su queste aree. Ma è evidente che ciò non sta accadendo. La zona infatti è fortemente vocata all’agricoltura, e porta lustro all’intera Regione grazie ai suoi prodotti di eccellenza. Non solo. Perché parliamo di un’area turistica. Esiste infatti un piano strategico del turismo che cozza bruscamente con quanto sta accadendo sul territorio. La Regione faccia chiarezza: la costa molisana dev’essere valorizzata da un punto di vista turistico o dev’essere preda di mega impianti energetici?”.
“L’installazione di parchi eolici e fotovoltaici in basso Molise va fermata in maniera trasversale. Rivolgo l’invito alla Provincia di Campobasso chiamata ad esprimere ufficialmente la propria contrarietà, come pure a tutti i sindaci di zona che tramite specifiche delibere possono pretendere dalla Regione, ricevendo il nostro appoggio, la ricostituzione del comitato Via e al contempo far emanare un regolamento capace di individuare aree precise dove far nascere questi impianti. A riguardo in Consiglio abbiamo chiesto la sospensione di tutte le autorizzazioni in attesa dell’approvazione del Piano paesaggistico. Non dovremmo mai dimenticare che non abbiamo una terra di ricambio. Di Molise ce n’è uno: prendiamocene cura”, il pensiero di Vittorio Nola.