Il Piano triennale dei fabbisogni di personale, come ora previsto dall’art. 6 TUPI, è uno strumento finalizzato «a rilevare le esigenze dell’amministrazione». Esso presuppone una mappatura delle funzioni dell’ente e richiede di essere redatto in coerenza con il piano delle performance, così come attualmente previsto dal diritto positivo.
La pianificazione non deve però costituire un ostacolo al buon andamento dell’amministrazione, il quale richiede un annuale aggiornamento, che recepisca le esigenze sopravvenute, e il rispetto dei principi che il giudice contabile, cui spetta il sindacato su tale tipologia di atti, contribuisce ad enucleare, perché la loro redazione e attuazione non risultino arbitrarie e non ledano gli interessi della collettività.
Di conseguenza, le amministrazioni pubbliche adottano il Piano triennale dei fabbisogni del personale con l’intento di «ottimizzare» le risorse e «perseguire obiettivi di performance organizzativa, efficienza, economicità e qualità dei servizi ai cittadini».
Per questi motivi e forti delle esigenze della categoria, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise Vincenzo Cimino ha chiesto ai vertici amministrativi, di inserire nel suddetto piano, la figura dell’ufficio stampa, ossia presso il Comune di Termoli, il Comune di Isernia, il Comune di Campobasso, la Provincia di Isernia, la Provincia di Campobasso, la Giunta regionale del Molise, il Consiglio regionale del Molise, l’Azienda sanitaria del Molise. “Una richiesta ufficiale – ha affermato il presidente dell’Odg Molise – che dobbiamo perseguire al fine di evitare una
comunicazione di parte e l’impoverimento per la collettività e la nostra categoria.
E’ assurdo, ad esempio, che il Comune di Campobasso attui una comunicazione di parte, barbarica e senza controllo, come avviene del resto nelle due province, dove il flusso informativo è stabilito solo dal vertice dell’amministrazione, nel quale la presidenza del consiglio, il consiglio, le commissioni consiliari, la minoranza, non sono coperti dal servizio stampa, pagato tra l’altro con i soldi pubblici. Come ben diversa è sia la comunicazione pubblica, seppur attuata spesso da iscritti all’Ordine che il servizio del portavoce, che poco hanno a che vedere con un ufficio stampa stabile, rispettoso delle norme contrattuali e deontologiche. Un atto che riteniamo utile, doveroso ed importante, specie dove le figure professionali sono andate in pensione o stanno per andarci e non si è ritenuto opportuno prevederne un rimpiazzo.
Troppo spesso l’ufficio stampa viene dopo l’ufficio tributi, l’Urp, anagrafe, istruttori amministrativi vari ed a volte siamo surclassati da altre figure professionali a noi lontane, per non parlare poi dei sindaci e manager che scrivono i comunicati in prima personale. E li
scrivono anche in modalità non giornalistiche”. L’ordine ha garantito ogni forma di
collaborazione per raggiungere l’obiettivo.