Lo sdegno suscitato dal video shock sulle condizioni disumane in cui si trovano gli immigrati ospitati nel centro di accoglienza di Lampedusa, deve indurre tutte le istituzioni nazionali ad andare oltre l’emotività di queste ore ed oltre la giusta rimozione dei responsabili operativi che non può diventare un alibi per i ritardi organizzativi più generali del Sistema Italia su queste delicatissime materie. Bisogna recuperare e rilanciare costruttivamente gli impegni assunti nell’Intesa sancita in sede di Conferenza Unificata dell’11 luglio 2013 che si allega per memoria. Tutte le regioni italiane insieme ai comuni con tale provvedimento hanno condiviso l’approntamento di una rete solidale e virtuosa che distribuisce il carico dell’accoglienza umanitaria su tutto il territorio nazionale.
Il Molise, pur nelle sue striminzite dimensioni e anche scontando una crisi senza precedenti che intacca il già fragile tessuto economico ed occupazionale con percentuali di disoccupazioni insopportabili, si è mostrato sensibile sulla questione ed in linea con l’Intesa della Conferenza Unificata Stato – Regioni – Enti Locali ha offerto la propria disponibilità ad accogliere i migranti sia in 17 comuni che hanno risposto al bando SPRAR del Ministero degli Interni e sia attivando il proprio centro HUB nell’ex-villaggio dei terremotati di San Giuliano di Puglia.
Ogni adempimento istituzionale locale e regionale è stato fatto per consentire la ristrutturazione del villaggio ed agevolare l’avvio dei progetti di integrazione, inclusione sociale ed accoglienza umanitaria, in una logica di completezza, sobrietà ed essenzialità animata dalla volontà di contribuire alla risoluzione di una problematica che interroga le coscienze di ogni uomo e di ciascun amministratore pubblico.
Dopo l’ecatombe di migranti nel canale di Sicilia del 3 ottobre scorso non c’è più tempo per cincischiare.
È l’ora delle responsabilità e della traduzione operativa degli impegni assunti dal Governo insieme alle regioni e ai comuni. Si porranno altri problemi, non sarà agevole questo passaggio e in molti territori si determineranno contraddizioni e disagi, ma le immagini del lager di Lampedusa hanno fatto il giro del mondo e l’Italia non può rimanere inerme, ha il dovere di attrezzare un sistema di accoglienza umanitaria degno della sua storia e della sua civiltà.