di Stefano Manocchio
Abbiamo parlato e descritto con dovizia di particolari le ipotesi nei vari partiti in vista delle regionali del 2023; i tempi sono oramai maturi per fare un quadro della situazione anche in vista delle prossime elezioni politiche, ma lo scenario complessivo è più incerto anche perché per alcuni candidati dipende proprio dai ragionamenti che si faranno per la ‘nomination’ a Palazzo Vitale. In sostanza le politiche vengono viste stavolta da alcuni come il piano ‘B’ subalterno rispetto alle regionali. Sembra strano, ma è così. Allora iniziamo a vedere quelli per i quali la tornata elettorale nazionale è prevalente su quella regionale.
Potrebbe ritentare la strada che porta a Montecitorio Quintino Pallante, al quale l’operazione era quasi riuscita, prima di cadere vittima dei giochetti tra i collegi elettorali ed il risiko che ne è seguito, che come al solito ha penalizzato il Molise, speriamo solo casualmente, dopo che, sempre nel centro destra, analogo scherzetto era stato fatto ai danni di Rosario De Matteis. Potrebbe essere della partita anche Michele Iorio, che proprio di recente ha confermato di non voler rinunciare a propositi di prosecuzione dell’attività politica, anche a livello regionale. Personalmente, lo ribadisco, credo che l’ex-plenipotenziario del Molise abbia in animo di ritentare la strada per la Camera o il Senato, mentre nel livello regionale il discorso potrebbe essere per lui non semplice.
Sarebbe in corsa ‘di diritto’ l’uscente Annaelsa Tartaglione in Forza Italia (che però è stata eletta in Puglia e bisognerà vedere se verrà riproposta in quella regione o in Molise); avrebbe il vantaggio della cosiddetta ‘quota rosa’, ma inquadrarla solo in quest’ambito sarebbe riduttivo, anche perché sul tema di genere la politica in Molise non è mai andata oltre le dichiarazioni di buone intenzioni.
La rappresentante isernina ha svolto diligentemente il ruolo conferitole nel mandato elettorale, seguendo gli indirizzi di partito ma anche le prerogative istituzionali. Nel centro destra il discorso della rosa dei ‘papabili’ si chiuderebbe con il fantomatico personaggio della società civile; si è parlato più volte di Michele Scasserra soprattutto dopo il prestigioso incarico ricevuto dal Governo nazionale, ma proprio questo fatto in regione ha avuto doppia interpretazione ed è stato visto da alcuni come viatico per la candidatura e da altri come ‘ricompensa’ per l’eventuale rinuncia alla stessa. La verità può saperla solo lui.
‘Last but not least’ il presidente della Giunta Regionale, Donato Toma, che è ancora in corsa per la riproposizione ai vertici regionali e, quindi, al momento meno citato per le politiche; ma alla logica del ‘piano B’ non sfugge neanche lui. Mancano dalla nostra trattazione non a caso i partiti del centro sinistra, perché in quella coalizione i discorsi sono generalmente più lunghi e complessi e accompagnati da un maggiore ricorso a passaggi intermedi (leggi primarie, consultazioni delle sezioni o circoli ove ancora esistenti e via discorrendo).
Ce ne occuperemo quando il quadro sarà più chiaro, speriamo presto.