Elezioni, nel PD prende corpo la proposta ‘pro-Ruta’

All’indomani del rifiuto, da parte dell’asse Ruta-Leva di una presunta unità che non prevedesse lo stop alla ricandidatura di Paolo Di Laura Frattura quale presidente della Regione Molise, da più parti si era ipotizzata la rottura delle trattative nel centro sinistra, salvo alcune indiscrezioni sulla volontà di Micaela Fanelli di provare a correre in solitario, dimenticando l’ex-amico e sodale (politico) campobassano.  Dopo la presentazione della famosa lista dei 100 nomi da parte dell’Ulivo 2.0, mossa strategica ad effetto dirompente anche più della sua reale portata numerica, i toni si sono ammansiti, con i renziani che adesso non fanno più la voce grossa verso i due parlamentari molisani. L’ipotizzata manovra del segretario regionale del partito di pensare alla propria corsa verso palazzo Vitale avrebbe avuto al stessa risposta di quella fatta per la riproposizione di Frattura, cioè il ‘niet’ ulivista: carte da rimescolare, quindi, con poco tempo disponibile per farlo. A Roma starebbero per perdere la pazienza e non avrebbero più interesse a tirare la corda, con il rischio di perdere le elezioni per una guerra di poltrone; avrebbero, quindi, elaborato una nuova, forse ultima, proposta da inviare al senatore campobassano. L’idea sarebbe quella di uno scambio nei ruoli della proposta precedente: Ruta alla presidenza della Regione e Frattura nel collegio campobassano alla Camera dei Deputati, ipotizzando in questa maniera il superamento dello scoglio del momento. In questo caso l’Ulivo 2.0 si troverebbe a dover affrontare il dilemma se rifiutare anche questa proposta, rischiando di essere tacciato di voler cacciare l’attuale presidente della Giunta dal suo stesso partito, oppure accettare la modifica, generando indubbio malcontento tra i suoi stessi adepti, che in buona parte hanno aderito al manifesto di Ruta proprio per sentimento di rivalsa contro il suo attuale nemico interno. Il senatore non è certo sprovvisto di abilità politica nelle trattative e non a caso è riuscito, dopo una pesante sconfitta elettorale, a tornare in sella, riguadagnando il posto a palazzo Madama; ora potrà accettare la proposta o rifiutarla, ma anche formularne una propria, casomai cacciando qualche nome a sorpresa dal cappello a cilindro. Che sarebbe comunque anti-Frattura. Dall’accerchiamento di Ruta a quello dell’attuale presidente, quindi, con l’architetto campobassano adesso non più sostenuto dal suo stesso partito. Dal discorso sembrerebbe essere uscita proprio la Fanelli, casomai proprio per il suo tentativo di correre anche da sola pur di non uscire dai giochi: ma per lei c’è una ancora una possibilità. Con la nuova geografia dei collegi elettorali  Riccia e parte del Fortore dovrebbero andare in quello di Isernia; la Fanelli, quindi, sarebbe spostata verso la zona pentra, aderendo alla nuova proposta romana e lasciando mani libere alla scontro sul collegio campobassano. Diventerebbe francamente difficile ipotizzare l’assenso di Ruta e Leva ad una proposta che vedrebbe addirittura la promozione politica dei loro avversari del momento, cioè Frattura e Fanelli e nel contempo ci sarebbero da chiarire i motivi dell’esclusione di Laura Venittelli, che durante il mandato politico ha consolidato la sua posizione nei confronti dei vertici romani, quelli che contano veramente in questa fase pre elettorale; la politica basso molisana non starà certamente a guardare e vorrà essere della partita. E Leva? Per lui resta sempre aperta una seconda finestra, che forse diventerà la prima.  L’avvocato isernino, essendo tra i 4 o 5 politici di MDP più in vista, per posizionamento nazionale, avrebbe già in tasca qualche collegio blindato, casomai del Centro Italia; ma anche dopo la recente ‘convention’ nazionale, non si hanno certezze sul raggiungimento del quorum di elezione per il partito, nel caso di assegnazione di un collegio proporzionale, mentre in Molise, con l’uninominale, la battaglia sarebbe solo a colpi di voti tra i vari candidati, quindi possibile. Comunque vada, il PD nazionale non aspetterà molto prima di definire le candidature, piacciano o meno ai notabili locali. La linea tra unità e frammentazione è estremamente sottile e rischia di spezzarsi; tempo pochi giorni ed il quadro della situazione diventerà chiaro.

Stefano Manocchio

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