Lavoro, formazione, tutela del territorio, sanità ed infrastrutture. Si partirà da questi punti salienti per definire il programma del centro destra in vista delle prossime elezioni regionali in Molise. Donato Toma, candidato alla presidenza della Regione per la coalizione moderata, in conferenza stampa ha mostrato sicurezza, ma anche apertura al dialogo, rispondendo con toni cordiali ma decisi anche alle domande ‘scomode’, una su tutte quella sul ‘caso Iorio’. “Ho parlato con Michele Iorio e manifestato il mio pensiero; adesso aspetto di incontralo nuovamente per sapere il suo giudizio e le sue decisioni”, ha detto senza giri di parole. E ancora: “La coalizione deve essere inclusiva e si deve dialogare sempre con tutti (e poi una battuta: “io includerei anche gli avversari politici”). Abbiamo detto dei temi, che poi saranno sviluppati dal tavolo di centro destra ed ufficializzati; Toma naturalmente ha idee piuttosto chiare su ognuno di questi. In tema di lavoro sarà importante lavorare per far restare i giovani sul territorio ed evitare ‘l’esodo’ di cervelli in altre regioni se non addirittura all’estero. “Si deve invertire il trend, non necessariamente assumendo nella Pubblica Amministrazione, ma anche o soprattutto facendo crescere le imprese”. E ancora: è importante la formazione, che deve essere continua e specialistica. Contestualmente- ha detto – si dovrà favorire lo sviluppo del territorio stesso, partendo dalle ricchezze del Molise, in primis la natura incontaminata. In poche parole: accoglienza, buona cucina, bellezze paesaggistiche e marketing territoriale, dovranno essere i punti di forza della nostra azione in tal senso. Abbiamo energie a sufficienza da spendere”. E gli ospedali? Toma è lapidario: “Quattro strutture, garantendo autonomia ad Agnone come presidio su area disagiata e poi Isernia-Venafro, Termoli-Larino e Campobasso a fungere da fulcro regionale. Bisogna investire sulle eccellenze pubbliche e private, ma il pubblico non va ridimensionato. Le strutture devono garantire efficienza e si deve puntare su premialità e meritocrazia”. Il futuro del centro destra per Toma non è incerto. “Siamo convinti di poter governare la Regione e agli elettori dico: valutate le persone e quello che hanno fatto, il resto verrà da sé”. Toma non accenna a polemiche con il ‘vecchio’ centrodestra. “Ho chiesto discontinuità con il passato, ma senza accantonare quello che di buono è stato fatto finora. Chi non ha radici non ha storia. Il mio nome è venuto fuori dalle categorie professionali, non dai giochi politici”. Alla fine un accenno alla ‘famosa’ telefonata di Berlusconi: “Mi ha detto che sono il suo candidato: mi fa piacere, anzi ne sono lusingato”. Poche parole, chiare e tanto lavoro: questa la promessa e la premessa dell’azione di Donato Toma.
Stefano Manocchio