La diatriba infinita nel centro sinistra molisano in vista delle prossime elezioni regionali sta per finire? Così sembrerebbe, almeno ad interpretare bene le indiscrezioni che si stanno susseguendo proprio in queste ore e che, di dice, giungerebbero direttamente da Roma. I sentori già ieri, a margine della conferenza stampa di Roberto Ruta, allorquando l’interessato ha fatto intendere di essere anche disposto a fare un passo indietro a condizione che anche Paolo Di Laura Frattura faccia analogo dietro front; dichiarazione non priva di novità, visto che finora si era assistito ad una guerra senza esclusione di colpi fra i due. Allora cosa è successo? L’ordine, certo non di riappacificazione ma di accordo a metà strada, sarebbe arrivato dai vertici nazionali del PD i quali, stante la quasi certa unità nel centro destra regionale, hanno capito che l’ipotesi di sconfitta elettorale va presa piuttosto seriamente; allora sia Frattura che Ruta sarebbero stato ‘invitati’ a sotterrare l’ascia di guerra e a mettersi da parte, almeno per la presidenza della Regione Molise. E’ quella che viene definita l’unità nella discontinuità; l’ossimoro decisamente preferito, almeno a livello verbale, dalla politica italiana. Ora, conoscendo i soggetti in campo non pensiamo minimamente che l’adeguarsi alle direttive di partito significhi per loro uscire definitivamente dalla scena politica locale; infatti sembra che entrambi abbiano chiesto l’incarico paracadute, che potrebbe essere la candidatura parlamentare, tutt’altro che disdicevole, anzi ancor più prestigiosa, oltre che remunerativa. Chiedere non è ottenere: e la lista dei pretendenti è lunga. Bisogna considerare certe priorità, ad iniziare dagli uscenti; Laura Venittelli certo non starà a guardare e, supponiamo, si sarà già mossa nella capitale per l’eventuale ricandidatura, mentre Danilo Leva è in posizione comoda, visto che col proporzionale tra le file di MDP non dovrebbe avere problemi di candidatura, essendone uno dei massimi dirigenti a livello nazionale. Ambiva e supponiamo ambisce ancora al posizionamento parlamentare anche il sindaco di Riccia e segretario regionale PD, Micaela Fanelli, la quale teoricamente era in corsa per la presidenza della Regione; ma sarebbe anche lei nella lista di prescrizione rutiana, quindi fuori da quest’ipotesi. Ci sarebbe anche un ritorno di fiamma di Cinzia Dato, che è tornata in Molise per prestigiosi incarichi nel mondo accademico e il cui nome era stato sommessamente fatto circolare anche per lo scranno maggiore di Palazzo Vitale. Le caselle da riempire ci sono, ma il diktat romano non risolve il problema della presidenza della Regione; inoltre l’unico nome di esponente della cosiddetta società civile fatto trapelare, peraltro da mesi, è quello del rettore Palmieri, il quale tra dinieghi e partecipazione (istituzionale) ad eventi politici lascia ancora tutti nel dubbio. Le riunioni, frenetiche, dei prossimi giorni faranno chiarezza, almeno si spera.
Stefano Manocchio