Dissesto idrogeologico, Pietracupa: “Investire in sicurezza per difendere e valorizzare il Molise e creare posti di lavoro”

Stanziati, in base al Patto per il Molise, fondi per la viabilità regionale. Nessuno può negare si tratti di una buona notizia, tuttavia non c’è crescita se non si agisce sulle ‘radici’ del territorio, ossia sulla messa in sicurezza dello stesso.

Ne è convinto Mario Pietracupa, candidato del centrodestra alla Camera dei deputati nel collegio uninominale di Isernia, che pone al centro del dibattito politico, e sicuramente tra le priorità del programma, la necessità di affrontare il tema del dissesto idrogeologico.

“Un anno fa – ricorda Pietracupa – il Cipe ha destinato al Molise 11 milioni 800 mila euro, dei quali 4 milioni 215mila euro per l’area di Isernia e 7 milioni 629mila euro per la fascia costiera. Non basta, per un territorio come il nostro che cede ed è altresì considerato ad elevato rischio sismico. Investire nella sicurezza ambientale significa, dunque, difendere questo territorio per poi valorizzarlo. E significa anche creare posti di lavoro. C’è bisogno, pertanto, di un piano mirato e organico – continua il presidente della Fondazione Neuromed – che consenta di mettere mano a tutte le criticità del Molise. Ci sono paesi a rischio di isolamento e questo fenomeno va arginato”.

In Italia oltre 7,5 milioni di cittadini sono esposti al pericolo dissesto: lo ha rilevato Legambiente nel rapporto Ecosistema Rischio 2017 pubblicato nel novembre scorso. Nei comuni del Molise che hanno risposto al questionario è stata segnalata la presenza di abitazioni in aree a rischio pari al 78%.

“Come si può andare avanti in questo modo? – afferma Pietracupa – Non si può realmente sperare di essere competitivi senza un territorio sicuro, vivibile e percorribile.
Il primo passo per essere attrattivi è essere sicuri. La politica, in tal senso, deve fare uno sforzo maggiore per stanziare sempre più risorse nella lotta al dissesto idrogeologico: nella prevenzione e nella mitigazione del rischio. Perché poi intervenire sui danni è sempre più complicato e oneroso. Oltre ai finanziamenti europei, è necessario programmare investimenti a tutti i livelli istituzionali, per dare poi vita ad un circolo virtuoso che favorisca condizioni di sviluppo. E non appena i soldi sono disponibili, bisogna procedere con la cantierabilità. Fino a quando non si realizzano opere concrete – conclude – i finanziamenti annunciati restano solo numeri, mere illusioni. Dobbiamo cambiare sistema, essere rapidi ed efficienti; capovolgere la logica dell’annuncio fine a se stesso, se vogliamo davvero essere credibili”.

 

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