Con delibera di Giunta n. 542 del 31 dicembre scorso, la Regione Molise ha deciso di dismettere il proprio data center e migrare tutti i servizi in cloud. Questa determinazione è passata nel più totale silenzio, se non fosse stato per le opposizioni in Consiglio Regionale che, da una parte con il Gruppo Pd ed il suo preciso accesso agli atti e, dall’altra, il Consigliere Iorio con la sua mozione, hanno sollevato pubblicamente questa pericolosa impasse, che rischia di provocare non pochi danni ai servizi informatici della Regione Molise.
Mentre le altre regioni, infatti, stanno qualificando i propri data center come Cloud Service Provider (CSP) o come Poli Strategici Nazionali, la “Regione che non esiste” decide di abbandonare questo asset strategico senza colpo ferire. Nell’era dei Big Data e dell’intelligenza artificiale, dove i dati sono diventati il valore fondamentale di qualsiasi organizzazione pubblica o privata, in un mondo che diventa sempre più data driven. Proprio quando le comunità e le città stanno finalmente sperimentando modalità innovative di comunicazione fra cittadini e amministrazioni, nuove modalità di erogazione dei servizi e nuove forme di collaborazione e progettazione partecipata. Proprio nel momento dell’approvazione del programma europeo di aiuti contro i danni socio-economici causati dalla pandemia Next Generation EU, programma incardinato sul principio della trasformazione digitale, la Regione Molise, invece, decide di rinunciare a questo fondamentale ed innovativo sistema per agganciare la ripresa.
Da non sottovalutare, inoltre, neanche il problema della privacy che tale decisione porta con sé, come ad esempio la gestione dei dati contenuti nelle cartelle cliniche digitali o nel Fascicolo Sanitario Elettronico.
La domanda nasce spontanea: perché gli altri potenziano e il Molise dismette?
Eppure, nel recente passato era stata stretta dall’allora Presidente Maurizio Cacciavillani una collaborazione con le regioni Abruzzo, Marche, Lazio ed Umbria per mettere a sistema comune le risorse dei rispettivi data center, ed era stato anche presentato un progetto preliminare per l’ammodernamento in ottica Community Cloud dell’infrastruttura elaborativa della Regione Molise.
Con l’avvento dell’attuale Giunta regionale, è stato tutto raso al suolo. Motivo per cui il Gruppo Consiliare del Pd, lo scorso 8 gennaio ha proceduto ad inoltrare un formale accesso agli atti, chiedendo di esaminare la documentazione relativa alla partecipazione della Regione Molise al censimento del patrimonio ICT della PA, che ha avviato e concluso AgID in conformità con quanto previsto dalla circolare 1/2019 e dal Piano Triennale, e gli atti inerenti in quale categoria è stato classificato il data center regionale (Polo Strategico Nazionale; gruppo A o gruppo B), e gli atti inerenti la qualificazione della Regione Molise del proprio data center come Cloud Service Provider per la PA secondo le Circolari n.2 e n.3/2018 AgID.
Il Gruppo Pd ha inoltre condiviso l’iniziativa di una mozione proposta dal Consigliere Michele Iorio, affinchè si scongiuri la dismissione del data center regionale e fare in modo che la Regione avvii le procedure per la realizzazione del progetto di Community Cloud.