Riceviamo e pubblichiamo
Avrei voluto, sinceramente, evitare di replicare alle esternazioni odierne del Sindaco di Cercemaggiore poiché credo fermamente che le Istituzioni abbiano il dovere di dialogare e di agire insieme, condividendo le preoccupazioni e individuando le proposte risolutive.
Non posso tacere, però, perché mi pare evidente che si preferisce accusare chi sta contribuendo a portare alla luce il problema, chi sta facendo il possibile per andare fino in fondo nella ricerca della verità che, al momento, è stata negata, in primis ai cittadini di Cercemaggiore.
Il sindaco Testa è stata da me contattata telefonicamente nei giorni in cui il libro-dossier su Capoiaccio era ancora in stampa (erano presenti anche i miei collaboratori); le ho chiesto di poterlo presentare proprio nella sala consiliare del Comune di Cercemaggiore, dove – lo ricordo – qualche anno prima c’era stato un altro incontro, molto partecipato, avente medesimo oggetto. Allora il sindaco Testa aprì le porte del Comune, chiese la verità che oggi, invece, pare infastidirla visto che alla mia richiesta di utilizzo della sala ha risposto tentennando, quasi che la cosa le creasse fastidi. Il 9 gennaio, inoltre, non avendo avuto la possibilità di presentare il libro a Cercemaggiore, le ho inviato un messaggio (alle ore 12.38) allegando la locandina per invitarla proprio alla presentazione che si sarebbe tenuta il successivo 13 gennaio.
Leggo, invece, che l’Amministrazione non è stata “mai interpellata, né consultata sull’iniziativa, né ha ricevuto formale invito alla presentazione del libro né alcuna copia è stata fornita prima della pubblicazione”.
Mi chiedo perché mai avrei dovuto chiederle “il permesso” di pubblicare l’esito delle indagini di cui era a conoscenza fin dal marzo del 2014, perché mai avrei dovuto inviarle preventivamente il materiale da me raccolto e parte del libro-dossier, perché mai avrei dovuto avvisarla prima? Avrebbe voluto censurarlo, forse?
Il Sindaco rappresenta tutta la comunità. Sia quella che non ha gradito sia quella che chiede che sia fatta finalmente luce su una vicenda di inquinamento ambientale non presunto ma certificato dalle indagini svolte.
In quelle cento pagine c’è il desiderio di salvaguardare il nostro territorio perché solo con la conoscenza della verità si può individuare la soluzione.
Proprio con questo obiettivo, sabato scorso, il Consiglio regionale ha approvato un mio emendamento teso alla costituzione di una Commissione tecnica permanente che individua i siti da monitorare ogni sei mesi. E Capoiaccio c’è già, è il primo della lista.
Salvatore Ciocca