Le province molisane presentano livelli di benessere relativamente più bassi che nel resto
del Paese. Unica consolazione: sono più elevati rispetto al complesso dei territori del
Mezzogiorno, anche se per questo giudizio gli elementi statistici presi in esame riguardano
aspetti diversi da quelli del benessere sociale.
Così Aldo Di Giacomo, presidente Associazione Cultura e Solidarietà, commentando i contenuti del Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile dei Territori della regione Molise a cura dell’Istat. Nello specifico del rapporto, il dominio Benessere economico è quello più critico, con il 62,5 per cento delle misure provinciali concentrate nelle due classi più basse e nessun posizionamento nelle due più alte.
Quanto alle disuguaglianze territoriali, gli squilibri più accentuati si osservano
nel profilo della provincia di Isernia poiché caratterizzata dalle più alte percentuali di
indicatori nelle due classi di coda e nelle due classi di testa. Nei domini Salute, Sicurezza e
Ambiente per buona parte degli indicatori si evidenziano ampi divari tra le due province
molisane. Anche il dominio Politica e istituzioni risulta connotato da una prevalenza di
posizionamenti (60,0 per cento) nelle due classi inferiori. La dinamica demografica resta
negativa (-3,6 per cento dal 1° gennaio 2020, -1,3 la variazione a livello nazionale).
L’economia regionale è caratterizzata da una spiccata propensione all’agricoltura e da una
discreta vocazione industriale nel settore manifatturiero: gli occupati nel settore primario
sono il 7,5 per cento (3,6 per cento la media nazionale). Il valore aggiunto complessivo
generato dal sistema produttivo regionale nel 2020 è di 5.543 milioni di euro correnti
(18.639 euro per abitante), lo 0,4 per cento del valore aggiunto nazionale. Dati questi ultimi
che certificano lo stato di disagio sociale e di povertà.
Ci “salvano” – continua Di Giacomo – ambiente e sicurezza anche se su quest’ultimo aspetto la situazione di Campobasso insegna a non abbassare la guardia. C’è chi in Regione preferirà parlare di “bicchiere mezzo pieno”, appellandosi ad alcuni indicatori positivi specie se raffrontati alle altre regioni del Sud. Complessivamente – conclude – se non si definisce un disegno condiviso di programmazione dello sviluppo, per il benessere sociale dei molisani non si intravede un futuro.