Alla luce dei dati negativi di Eurostat riguardanti l’occupazione in Molise, che sicuramente ci preoccupano molto ma comunque non ci dicono nulla di nuovo, e dell’intervento dell’On. Aldo Patriciello che palesa l’urgenza di intervenire per ridurre tale percentuale velocizzando sia la spesa dei fondi comunitari che le procedure burocratiche, ritengo che la sintesi di ciò potrebbe essere quella di intervenire come avviene nelle situazioni emergenziali, con un piano occupazionale straordinario, che coniughi politiche per il lavoro e politiche per lo sviluppo, e ridia dignità alla nostra straordinaria regione, ricca di peculiarità e risorse naturali, culturali e professionali.
Questo quanto dichiarato in una sua nota dalla Consigliera di Parità provinciale e Autorità per i diritti e le pari opportunità della Regione Molise Giuditta Lembo che così prosegue – l’obiettivo: quello di sviluppare un modello sostenibile che impatti positivamente sul territorio attraverso un confronto con amministratori, imprenditori, istituzioni, mondo dell’associazionismo e della scuola e università, e soprattutto con quanti interessati in ambito di progettualità e con i giovani che, con la loro visione, pongono il rapporto fra lavoro e sviluppo nella giusta prospettiva, che è quella di guardare al futuro; il tutto finalizzato a raggiungere la strategia di integrare il lavoro e lo sviluppo, intercettando risorse regionali e comunitarie per affidare alle componenti più deboli del mercato del lavoro, quali i giovani e le donne, il compito di contribuire al rilancio della competitività del territorio molisano attraverso un lavoro stabile e duraturo.
La necessità di politiche attive per il lavoro in tempo di crisi – aggiunge Giuditta Lembo – rilancia il territorio come “luogo” dell’integrazione fra le politiche per lo sviluppo e le politiche del lavoro, ed evita situazioni che tendono a portare alla completa disgregazione dell’intero apparato economico-produttivo, come ad esempio la mancata valorizzazione della componente femminile e delle fasce di giovani neolaureati e/o in fase di start-up professionale che, soprattutto nelle regioni del centro-sud, da sempre in difficoltà economiche e di sviluppo complessivo, sta facendo riacuire alcuni macro-fenomeni, quali la dilatazione dell’area del lavoro marginale, sommerso e instabile, e la ripresa del flusso migratorio verso aree economicamente più stabili.
Ma se da un lato le notizie pendono in negativo, dall’altro Unioncamere ci consente di fare leva su un dato positivo che riguarda il numero di imprese al femminile che nella nostra regione ha da anni un trend in salita e che non può non convincerci ad investire di più nell’autoimpiego e autoimprenditorialità femminili attraverso finanziamenti ad hoc, perché sappiamo bene che, da una lettura disaggregata per genere, la componente di disoccupate influisce molto sulla percentuale di disoccupati totali!
Infatti, in termini percentuali, ad esempio, mentre in Europa lavora, nella fascia di età 25/34, il 70,5% delle donne, in Italia la media si ferma al 52,7%, e solo grazie alla buona performance delle regioni del Nord. Al Sud, infatti, la percentuale si ferma al 34,2%, e se per gli uomini la distanza dalla media europea è di 5,8 punti (il 67,1% di uomini occupati fra i 15 e i 64 anni in Italia contro il 72,9% medio Ue) per le donne italiane la distanza è di 13,5 punti (48,9% a fronte del 62,4%). Il Molise può rinascere con il grande ruolo di protagonista del Governo regionale ed un impegno trasversale delle forze politiche, perché il bene della nostra regione sta a cuore ad ognuno di noi.