Il confronto tecnico che si terrà in giornata presso l’Unità di Crisi del Ministero dello Sviluppo sulla vertenza ITTIERRE, merita di essere inquadrato in un contesto più ampio di strumentazione e di politiche nazionali sulle aree di crisi, al fine di programmare un intervento di reindustrializzazione e di incentivi alla ripresa economica della Provincia di Isernia e della Regione Molise. 720 addetti diretti, 146 in mobilità ex IT-Holding, decine di lavoratori e di piccole imprese familiari dell’indotto con poco meno di 400 unità lavorative, su una Regione di 320 mila abitanti ed in una Provincia con meno di 90 mila residenti, rappresentano in proporzione un impatto economico superiore alla crisi della FIAT, dell’ILVA, della MERLONI o dell’OMSA per le rispettive realtà territoriali.
Affrontare un dramma sociale di questa entità con i soli strumenti dell’ordinarietà è oggettivamente apprezzabile, ma sostanzialmente insufficiente.
La crisi della filiera tessile molisana sollecita un impegno straordinario del Governo Letta che ha il dovere di intervenire con un piano di sviluppo finanziato con le risorse della programmazione negoziata e delle aree in difficoltà.
L’auspicabile soluzione di continuità produttive dello stabilimento ITTERRE di Isernia dovrà sommarsi ad un accordo quadro che sappia rispondere alle istanze dell’intera Provincia con strumenti innovativi, procedure semplificate e risorse finanziarie aggiuntive e specifiche simili ai già utilizzati Contratti d’Area e/o Patti Territoriali.
Il Governo, dovrà e saprà intervenire con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Ministri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, e con i Sottosegretari agli stessi Dicasteri, anche sulla crisi devastante della filiera tessile del Molise per evitare il tracollo sociale di un’area già provata da difficoltà pregresse e da percentuali di disoccupazione elevatissime che per le fasce giovanili si collocano ai vertici delle statistiche nazionali.
Al di fuori di misure speciali e di programmi straordinari di reindustrializzazione e di ripresa economica del territorio, sussiste il rischio di risposte parziali oggettivamente insufficienti a fronteggiare la gravità della situazione.