L’Europa e in particolare l’Italia stanno attraversando il periodo di crisi economia, politica e di sistema nel suo complesso, più grave dal dopoguerra. Le cause di questa crisi sono molteplici e la forte dipendenza dei nostri sistemi da materie prime ed energia prodotta in Paesi lontani rendono visibili le fragilità che da anni si vanno ad accentuare e che fino ad oggi non si sono volute affrontare.
L’agricoltura rappresenta la base economica e sociale di ogni Paese, ma soprattutto ne caratterizza il livello di autonomia. Stiamo, infatti, assistendo ad una crisi profonda dell’intero comparto agricolo ed in particolare di quello zootecnico, che sta subendo impennate nei costi di acquisto delle materie prime, dei foraggi, del gasolio oltre alle difficoltà di reperimento delle stesse. Notizia di queste ore è l’aumento ulteriore del prezzo dei mangimi di 5/10 euro al quintale. La zootecnia ha garantito la presenza e la vitalità delle nostre aree interne, oltre che alla creazione della nostra cultura, delle nostre tradizioni e della qualità delle nostre produzioni.
Un comparto che si è retto sulla forza lavoro garantita da famiglie contadine che di generazione in generazione hanno assicurato la presenza di capitale umano adeguato a continuare le attività. Bisogna allora avere il coraggio di unirsi insieme in uno sforzo congiunto che possa garantire a tale comparto in primis, ma all’agricoltura regionale in senso ampio, di sopravvivere. Tutti sappiamo che se chiude una stalla è impossibile tornare indietro, per questo oggi dobbiamo trovare insieme la forza di evitare ciò e aggredire la crisi da più parti.
Per questo, rivolgo un appello alla responsabilità di tutti. In primis, ai nostri caseifici: abbandonate per un attimo le politiche di mercato e di concorrenza nei prezzi e garantite agli allevamenti il ritiro del latte alla stalla al prezzo di 0,51 centesimi oltre iva e il valore delle proteine, come stabilito da Ismea, al fine di coprire i costi aziendali ed i livelli di qualità, ed evitare che le stalle piccole, medie e grandi possano chiudere. Abbandoniamo per un attimo le logiche dimensionali delle economie di scala, guardiamo invece a modelli che salvaguardano le piccole dimensioni, le famiglie, la qualità, l’autonomia locale, la nostra identità. Rivolgo poi un appello alla distribuzione regionale di premiare con prezzi maggiorati i prodotti di quei caseifici locali che decideranno di adottare le nostre aziende zootecniche aiutandole a resistere e a continuare le attività.
La politica deve dare urgenti risposte al territorio, tutti noi assessori regionali abbiamo chiesto al ministro di intervenire presto per favorire la liquidità alle aziende, prorogare la moratoria del credito e la sospensione delle rate, per le garanzie sulla ristrutturazione del debito, gli incentivi- agevolazioni fiscali per fronteggiare il caro energia e carburante e per riproporre nuove forme di sostegno dedicate al settore, tra cui la Misura 21 anti Covid. Lavoriamo insieme per creare un nuovo modello di agricoltura ed una nuova autonomia che renda la nostra regione più resiliente e forte verso le avversità, che oramai hanno caratteristiche che vanno ben oltre la semplice questione delle condizioni climatiche.
Nicola CAVALIERE, assessore regionale