Crediti Commerciali, la Giunta regionale si rifiuta di discutere la mozione del PD

Bene stanno facendo alcune associazioni di categoria del Molise a difendere i diritti dei propri associati ad essere pagati dalla regione Molise per i propri crediti. Incredibilmente, infatti, per la prima volta viene applicata alle amministrazioni regionali una disposizione che rende la nostra regione totalmente “inaffidabile” rispetto ai propri “fornitori”. Per i crediti commerciali che le imprese vantano è scattata una mannaia imposta dal Governo Meloni e sperimentata sulla nostra pelle per primi tra le Regioni. Primato negativo, perché magari – malignando sul pensiero del governo nazionale – “se passa in Molise (la più piccola e indifesa!) si potrà ripetere altrove”. Per questo l’allarme massimo arriva anche dalle associazioni delle imprese nazionali: bloccate quella norma che strozza le imprese, oggi del Molise, domani di altre regioni.

Peraltro non è individuata la nostra regione con “nome e cognome”, ma dal richiamo delle procedure applicate per il Piano di rientro (debito pro-capite più alto d’Italia). 

Sommata al massimo dell’imposizione IRPEF, stiamo dicendo a chi vuole investire qui: andatevene! Il contrario di quello che servirebbe per qualsiasi azione di marketing territoriale.

Ma spieghiamo nuovamente nel merito di cosa si tratta. Lo avevo fatto con comunicati stampa – il 15 febbraio l’ultimo – e in Consiglio regionale più volte, e sono tornata a farlo oggi chiedendo, insieme ai colleghi consiglieri del Pd, l’iscrizione di una mozione urgente, di cui sono prima firmataria. Ho cercato così di far capire alla Giunta Roberti che c’è un solo modo per salvare la faccia: revocare la delibera della Giunta che applica la normativa nazionale. Ovvero, in alternativa, sospendere l’efficacia del provvedimento, in attesa di ulteriori accertamenti invocati dall’Assessore Cefaratti, che però, insieme a tutta la maggioranza, ha deciso di rimandare la discussione in consiglio. In sostanza, ancora e ancora una volta, decidendo di non decidere.

D’altronde la sospensione eviterebbe proprio di far spirare i termini per i creditori e consentire quegli approfondimenti necessari e che comunque bene avrebbero dovuto essere fatti prima dell’approvazione dell’atto.

La delibera è la n, 48 del 29 gennaio scorso. Con la stessa è stata avviata la procedura di rilevazione dei crediti commerciali certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2023, vantati da imprese, enti e cittadini nei confronti della Regione Molise. La procedura adottata in attuazione della legge di Bilancio dello Stato 2023, è molto più restrittiva di quella stabilita per Comuni in dissesto finanziario, che, pur essendo meno severa per i creditori, è stata dichiarata lesiva dei diritti dei cittadini dalla Prima Sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con sentenza del 18 gennaio 2024 (sentenza resa nei casi Lighea Immobiliare SAS più altri).

La delibera, infatti, fissa ai creditori un termine perentorio di sessanta giorni per presentare la domanda, stabilendo che la mancata presentazione determina l’automatica cancellazione del credito e una decurtazione per gli altri.

Più precisamente, la Legge di Bilancio 2023 del Governo Meloni prevede che le regioni che hanno un debito pro capite superiore a 1500 euro (come il Molise), utilizzino una procedura speciale per chiudere tutti i propri debiti commerciali, con transazioni al 40% per i crediti più vecchi e dell’80% per i più recenti.

Una serie di vizi, sulla scorta dei quali, abbiamo chiesto prima per le vie brevi e oggi con un atto ufficiale alla Giunta di ritirare in autotutela il provvedimento, mettendosi dalla parte dei creditori e del rispetto delle regole legittime di diritto che sono citate dalla sentenza.

Oggi, abbiamo aperto ad una sospensione, ma formalmente non si è voluto fare nemmeno questo, non facendo discutere la mozione del Partito Democratico. Undici i voti contro di maggioranza e sette a favore dei consiglieri di minoranza, che insieme a noi hanno argomentato la necessità di confrontarci con urgenza.

Appare quindi ancora più chiaro che la Giunta Roberti vuole “alleggerirsi” dei propri debiti, anziché opporsi a questa scelleratezza. O semplicemente non ha ancora una volta, come nel caso dell’autonomia differenziata, il coraggio di opporsi al Governo della propria filiera di centrodestra. Viceversa, servirebbe schiena dritta almeno per dare una mano a chi aveva fatto affidamento sull’Ente che Roberti & co rappresentano e che in questo modo perde anche l’ultimo briciolo di credibilità verso le proprie imprese.

A nulla vale la riposta fin qui data dall’esecutivo. l’Assessore al Bilancio si è infatti detto disponibile ad allungare i tempi per la presentazione delle domande e a studiare più a fondo la questione, ma senza nemmeno sospendere l’efficacia dell’atto. Questo è tutto? Fermo restando che non è stata data praticamente quasi nessuna divulgazione efficace alla delibera di giunta (quella formale e qualche invio ad ordini professionali), e quindi una migliore comunicazione sarebbe stata ab inizio necessaria, quello che ci si attendeva e ci si attende è altro.

Nessuna azione basterà a sanare la situazione. Il problema, come sentenziato dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo, sta nei diritti violati del cittadino creditore e dunque ben venga la difesa dello stesso che verrà operata da quanti nelle prossime ore impugneranno la delibera dinanzi al TAR Molise.

Per evitarla e non esporre la Regione a una soccombenza certa, con ulteriori lungaggini, contenziosi e costi, la settimana prossima torneremo a chiedere la revoca della delibera in autotutela o, in alternativa, la sospensione della sua efficacia.

La politica, il bene delle imprese e della tutela del loro lavoro, prima che le regole del diritto, lo richiedono. La Giunta avrebbe dovuto opporsi a questo obbligo imposto dal Governo nazionale. In sostanza, i 20 milioni concessi per chiudere il bilancio previsionale del Molise 2023 stanno costando carissimi ai molisani in termini di aumento delle tasse e di provvedimenti mannaia. Altro che filiera di centrodestra e decreto Molise.

Micaela Fanelli

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