E’ stata richiesta da parte dei consigliere di maggioranza una riunione monotematica dell’Assemblea regionale sul debito legato al mancato pagamento dei contributi previdenziali delle Asl nel post sisma del 2002. La richiesta di discussione, a cui è legata una mozione che ha come primo firmatario il consigliere Andrea Di Lucente, mira a fare chiarezza sull’intera vicenda.
Nei mesi scorsi, infatti, la Cassazione si è pronunciata sul ricorso dell’Asl Centro Molise (ormai in liquidazione) nei confronti dell’Inps, che richiede il pagamento in un’unica soluzione dei contributi sospesi a seguito del terremo del 2002. Contributi che, secondo i magistrati, dovevano essere sospesi solo ai datori di lavoro privati e ricadenti nei centri individuati dalle ordinanze di protezione civile. “Allora, invece, si allargarono le maglie a dismisura. Vennero sollevate forti perplessità che però furono ignorate. Adesso il Molise si ritrova con un macigno da circa 86 milioni di euro senza poter più nemmeno intervenire – spiega il consigliere Di Lucente -. Vogliamo capire cosa è successo. I consiglieri di maggioranza e tutti i molisani hanno diritto di conoscere da dove arriva questa nuova mazzata per i molisani. Per questo motivo abbiamo necessità che il presidente Toma spieghi al consiglio cosa è successo nel corso degli anni e come intende intervenire adesso. E abbiamo necessità che lo faccia prima di discutere del bilancio di previsione per il prossimo triennio. E’ un debito pesante che inciderà molto sulle casse della Regione e sulla nostra capacità di investimento, già troppo esigua”.
La richiesta di consiglio monotematico avanzata da Di Lucente è stata firmata dai altri 8 consiglieri di maggioranza. “Non dai 5 Stelle – prosegue l’esponente dei Popolari per l’Italia – che pure hanno sempre detto di voler fare chiarezza su quello che succede in Regione. Ora perché si tirano indietro? Perché lo fa Patrizia Manzo, che in una trasmissione televisiva di due settimane fa aveva parlato di questo debito, aveva detto di voler chiedere spiegazioni. Che avremmo dovuto discuterne assolutamente in consiglio. E aveva accettato di voler firmare insieme a me l’atto. Ora ha cambiato idea. Invece di dire ai cittadini come stanno le cose scappa. Perché? Perché non vogliono che andiamo a fondo del problema? E’ perché deve seguire i diktat del suo capo politico?
Sarà l’ennesima dimostrazione che tra i 5 Stelle e il presidente Iorio c’è un patto di non belligeranza se non, addirittura, un accordo? Le coincidenze iniziano ad essere troppe per non formare un indizio solido”.