A circa quattro mesi dall’approvazione della legge di riforma dei Consorzi di Bonifica molisani, un nuovo grido di allarme viene lanciato dal MAM sui Consorzi di bonifica molisani, alla luce dei risultati finora conseguiti con la gestione diretta da parte di tecnici regionali nominati commissari degli Enti di bonifica, la dott.sa del Bianco per il Consorzio di Venafro e l’arch. Marcello Vitiello per i Consorzi di Larino e Termoli.
Va subito chiarito che il Consorzio di Venafro sia stato impropriamente coinvolto nel processo di riforma, sebbene l’Ente non ne avesse alcun bisogno, come dimostra il fatto che la legge di riforma non ha apportato quasi alcun cambiamento allo stesso, forte di una solida condizione economico-finanziaria, invece la prima ragione del commissariamento dei due enti di bonifica del Basso Molise; con il senno di poi, sembra potersi affermare che il commissariamento a Venafro è servito per azzerare i vertici consortili scomodi e per agevolare alcune scelte politiche regionali impopolari, da prendere autoritariamente e senza interpellare preventivamente i consorziati: localizzazione degli uffici dell’Arsarp nella sede consortile, localizzazione del centro Sprar nei locali del casello idraulico di Ripaspaccata.
Discorso diverso vale per i due Consorzi del Basso Molise, quelli veramente bisognosi di una riforma radicale. A causa di carenze e di problemi tecnico-giuridici contenuti nella legge di riforma degli Enti di Bonifica molisani, ben descritti dal MAM in precedenti articoli pubblicati subito dopo l’entrata in vigore della norma, allo stato attuale sembra che nulla sia stato fatto in vista dell’unificazione dei due Enti di bonifica del Basso Molise e, soprattutto, per riportarli in bonis, senza però vessare i poveri consorziati. Infatti, all’impossibilità di attuare la riforma nel Basso Molise a causa delle legge di riforma stessa, si aggiunge l’inerzia della gestione commissariale, che, a distanza di quasi un anno e mezzo dal commissariamento, oltre a non essere riuscita tanto a chiarire quale sia l’entità del debito dei Consorzi di Termoli e di Larino, che si dice ammonti a svariati milioni di euro, quanto a costituire concretamente il Consorzio di Bonifica del Basso Molise, ha finora ritardato l’approvazione dei bilanci di previsione del 2018, stabilendo però di richiedere ai consorziati, sempre nel 2018 e in aggiunta ai contributi di bonifica ordinari, ulteriori quote consortili straordinarie, per pareggiare i bilanci dei due enti, in assenza di trasferimenti regionali per l’esercizio delle opere irrigue, previsti dalla L.R. n. 42/2005. In questa situazione di debolezza e di incertezza, pur nell’impossibilità di prenderne liberamente visione sulla sezione “Amministrazione trasparente” del sito istituzionale del Consorzio di Termoli, sembra sia stata recentemente adottata una quantomeno inopportuna delibera commissariale, con cui è stato riconosciuto un inquadramento superiore come dirigente a un dipendete del Consorzio di Bonifica di Termoli, pur in una situazione di grosse ristrettezze economiche, testimoniata dal mancato percepimento da parte dei dipendenti dell’Ente termolese di alcune mensilità di stipendio e dai maggiori sacrifici richiesti ai consorziati. A quanto esposto fa da contrappunto una perdurante e preoccupante assenza di interventi di pulizia di canali, di valloni e di fossi, una scarsa manutenzione della rete irrigua colabrodo e costi dell’acqua insostenibili. È questa la riforma che il Presidente Toma e il neo assessore Cavaliere vogliono portare avanti con questi commissari e, a quanto pare, sulla pelle dei poveri consorziati?
Considerando che uno dei punti del programma del Presidente Toma è la riforma dei consorzi di bonifica, si fa appello al buon senso di tutti i consiglieri regionali, per chiedere a viva voce la rimozione dei due attuali Commissari e l’abrogazione delle recente riforma dei Consorzi di Bonifica, costituendo subito un tavolo tecnico con delegazioni degli associati dei tre consorzi di bonifica molisani, per affrontare i nodi critici dei Consorzi: elevati costi della risorsa irrigua determinati degli ingenti spese energetiche per il pompaggio dell’acqua, scarsi interventi di bonifica idraulica a fronte di contributi di bonifica sempre maggiori, adeguata contribuzione regionale alla manutenzione e all’esercizio delle opere di bonifica e di irrigazione, garanzie concreta di regolare svolgimento della corrente stagione irrigua, senza alcun aggravio per i consorziati.
Consorzi di bonifica: Il MAM chiede la rimozione dei commissari e l’abrogazione della recente riforma
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