La grande manifestazione proposta lo scorso 9 febbraio da CGIL-CISL e UIL ha sicuramente contribuito a rilanciare la voglia di partecipazione e protagonismo di larghe fasce di cittadini e lavoratori.
In queste ore stanno circolando i primi commenti circa l’esito del confronto che si è tenuto tra governo e sindacato sulla riforma pensionistica.
A prescindere dalle valutazioni (alcune anche positive) ampiamente pubblicizzate sugli effetti di “quota 100”, è bene ricordare – considerata la durata limitata a tre anni del provvedimento – che le richieste avanzate dal sindacato tendevano al riconoscimento per le donne di un anno di bonus per ogni figlio e all’eliminazione delle finestre di accesso alla pensione per i lavoratori gravosi che vengono penalizzati dal sistema previsto dal governo.
Altri temi che sono stati posti all’attenzione del Governo sono : la questione ancora non risolta degli “esodati” e il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione. Infatti, la richiesta generalizzata proveniente da sempre dalla CGIL – che è stata rafforzata dalla manifestazione del 9 febbraio – è che l’incontro con il governo deve essere strutturato a 360° e riguardare le politiche industriali, il piano di investimenti, le questioni fiscali e i tanti temi messi in campo per una nuova politica di sviluppo.
In Molise, negli ultimi tempi, tra le tante criticità emerse, si è riscontrato almeno un elemento metodologico positivo caratterizzato dalla rinnovata volontà di incontro tra politica e parti sociali e sindacali. Nell’ultima settimana, infatti, ci sono stati diversi incontri tesi a chiarire alcune incomprensioni sul metodo finora proposto e per provare a condividere le strategie da mettere in campo non solo per l’area di crisi complessa ma anche per altri temi da discutere nel breve termine per il rilancio dell’intero sistema produttivo molisano.
La CGIL, insieme a buona parte degli attori socio economici molisani, ha ribadito che occorre definire una concreta strategia di rilancio che, partendo dall’analisi dello stato dell’arte degli interessi manifestati dalle aziende nell’area di crisi complessa, misuri l’effettiva e reale possibilità di investimenti economici e la potenziale ripercussione in termini di nuovi posti di lavoro senza perdere di vista la definizione di politiche attive e passive da adottare nel contesto di quella che è bene definire, nel suo complesso, vertenza Molise.
La CGIL infatti, ritiene prioritaria la necessità di porre al centro della discussione la programmazione di politiche mirate al rilancio occupazionale e la formazione e ricollocazione delle persone che sono state espulse dal mercato del lavoro. Per fare questo è indispensabile l’avvio di una profilazione attendibile che contempli anche il censimento complessivo dei lavoratori disoccupati e dei tanti giovani diplomati e laureati alla ricerca di prima occupazione che potenzialmente potrebbero essere coinvolti nei diversi settori di incrocio domanda/offerta lavoro. Dai diversi incontri, per il momento, sono emersi timidi segnali positivi circoscritti alla proroga della cassa integrazione per i soli operai della GAM.
Si è ribadita la necessità di vigilare e velocizzare il trasferimento dei fondi che permetteranno la fruizione della cassa integrazione per ulteriori 6 mesi. Si è sottolineato come questo processo vada presidiato e seguito nei tempi debiti evitando situazioni emergenziali che hanno caratterizzato la proroga della Cigs il 4 novembre scorso. Indispensabile fare uno screening – anche con l’ausilio della azienda GAM e degli altri presidi interessati – dei lavoratori che potrebbero accedere ad agevolazioni previdenziali derivanti dalla nuova normativa nazionale (quota 100, appunto). Per la questione che potrebbe dare garanzie nel tempo alla vicenda GAM la definizione del rilancio del macello, rimane il tasto dolente, poiché se da un lato il contratto di sviluppo è a buon punto, dall’altro lato si registra l’intollerabile ritardo che definisca il lotto dove effettuare l’investimento.
La CGIL ribadisce, in definitiva, la necessità di istituire un tavolo permanente di confronto per individuare il raggio di azione rispetto alle politiche di rilancio occupazionale nell’intera Regione.
Nell’immediato è stato sicuramente utile avviare anche una fase di incontro tra l’organo politico, i diversi attori del partenariato e i responsabili di Invitalia, soggetto che ha già responsabilità in materia di coordinamento e assistenza tecnica nell’ambito di diverse problematiche contenute nell’Accordo Quadro di Programma e al quale è stato affidato anche il compito di ausilio nella programmazione e valutazione che riguarderà il contratto di sviluppo territoriale annunciato dal governo per molte zone del mezzogiorno tra cui il Molise.
Parafrasando le parole che il premier Conte ha utilizzato di recente nel corso dell’incontro in un territorio contiguo, quello della Capitanata, riteniamo anche noi che “ …è inutile buttar via dei soldi che dopo qualche mese si perdono. Ecco perché serve il rilancio dell’intero territorio…”. Sarebbe bene definire meglio, quindi, in un quadro strategico complessivo, quali e quanti siano i progetti da proporre evitando sovrapposizioni datate come quelle annunciate (tipo tratturi e vie sante varie…) o suggestioni che richiamano a un non meglio definito progetto di avio superficie.
In questo quadro va definita meglio la mancata definizione delle risorse e di format progettuali: infatti, tale procedura lascia spazio sicuramente a una interpretazione propositiva larga e che sembrerebbe privilegiare la partecipazione dal basso e la proliferazione senza limite dei progetti, ma dall’altro rischia di diventare mero scarico di responsabilità (in caso di non accoglimento) e rischia di determinare la mancanza di un rapporto strategico tra le diverse proposte.
In un momento particolare per Comuni, Enti Locali e Imprese che vivono sicuramente situazioni precarie in termini di disponibilità finanziarie, abbiamo chiesto anche di definire meglio, magari nei prossimi incontri, quali sono le quote di compartecipazione che i soggetti singoli o consorziati dovrebbero impegnare e quali possono essere le forme di agevolazione per l’accesso al credito con le diverse strutture bancarie.
Su tutti questi argomenti restiamo convinti della necessità di una regia condivisa e di un tavolo permanente di confronto che funga da coordinamento tra le istanza che provengono dalle diverse sensibilità territoriali. Altrimenti si rischia di generare ulteriori ritardi e di produrre una mancanza strutturale rispetto all’idea complessiva di un progetto che riguardi l’intero indotto di sviluppo e, quindi, del personale da impiegare e di quello da rioccupare.
La CGIL resta a disposizione con tutte le sue strutture per dare il proprio contributo nell’interesse dei lavoratori e dell’intero territorio molisano attraversato da una crisi che rischia di dare il colpo definitivo a una economia già messa in ginocchio da ataviche mancanze in termini di strategia e investimenti.
Il segretario generale della CGIL Cdlt Molise Paolo De Socio