Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha fornito i dati sulle istanze di partecipazione ai concorsi PNRR. La richiesta era stata avanzata dalla FLC CGIL nel corso dell’incontro di martedì 6 febbraio.
Il rapporto tra posti “a bando” e candidati risulta disomogeneo sia per quanto riguarda gli insegnamenti che a livello territoriale. Queste sono le nostre elaborazioni sui vari ordini e gradi di scuola in tutte le regioni (infanzia e primaria, I grado, II grado e sostegno).
Le maggiori criticità si registrano nelle materie scientifiche e con una forte connotazione tecnica, settori in cui in alcuni territori i candidati sono in numero minore rispetto ai posti disponibili. Ciò conferma la poca attrattiva dell’insegnamento (in particolare al NORD) , determinata dalle basse retribuzioni, dalla complessità della professione e dallo scarso riconoscimento sociale, soprattutto nelle discipline e nei territori in cui il mercato del lavoro offre prospettive occupazionali alternative.
In sintesi, nella nostra regione abbiamo 3278 aspiranti su 143 posti disponibili. Si tratta però di numeri che vanno analizzati nel dettaglio, altrimenti non risultano significativi. Basti pensare, ad esempio, al fatto che mentre per la classe di concorso A 27 (Matematica e fisica nelle scuole superiori) abbiamo un numero di candidati (15) inferiori ai posti disponibili (18), per la A 46 (Discipline giuridiche ed economiche) i candidati in Molise sono ben 217 per l’unico posto a disposizione.
Allo stesso modo, i dati sul sostegno evidenziano una forte criticità: a fronte degli oltre 500 precari che hanno lavorato sul sostegno nell’a.s 2023/24 nelle scuole molisane, il concorso permetterà di stabilizzare solo 10 docenti rispetto ai 608 aspiranti.
Il dato sul sostegno conferma l’urgenza di prorogare anche al prossimo anno le assunzioni da GPS 1 fascia, a cui potranno accedere, contrariamente alle procedure concorsuali, anche gli specializzandi dell’VIII ciclo TFA, sciogliendo la riserva al momento del conseguimento del titolo. Allo scopo, abbiamo proposto uno specifico emendamento al decreto milleproroghe.
Tale situazione, come ripetutamente denunciato dal nostro sindacato, mette in luce l’inadeguatezza delle politiche sul reclutamento e l’esigenza di una seria programmazione dell’offerta formativa dei percorsi di specializzazione legata al fabbisogno regionale.