Il 30 dicembre scorso, il Presidente Francesco Roberti ha emesso il decreto numero 64 (modificato nuovamente nel 2024 con nuovo atto), prorogando gli incarichi di alcuni dei commissari delle comunità montane del Molise fino al 30 aprile 2024. La lista dei commissari riconfermati comprende Carlo Perrella (Fortore Molisano), Pompilio Sciulli (Centro Pentria, Alto Molise, del Volturno e Sannio), Giovancarmine Mancini (Trigno Medio Biferno) e la new entry Alessandro Amoroso (Molise Centrale), il tutto con una spesa di 1850 euro lordi al mese per ciascuno.
Una cifra che, in un periodo in cui la destra alza le tasse ai molisani, appare decisamente ingiustificata e inaccettabile. Oltre che illegittima. Manca, infatti, la legge che in deroga alla soppressione ne prevede la prosecuzione.
Mancano le motivazioni della sostituzione di un commissario. Mancano molte altre cose, come la copertura finanziaria. Trecentomila euro, inseriti nel previsionale 2023, non sono sufficienti. E soprattutto manca qualsiasi indicazioni sulle attività utili per le comunità a cui dovrebbero fornire servizi, in liquidazione da anni. E per le quali, invece, generano solo costi e inefficienze.
È, quindi, una decisione finalizzata a soddisfare unicamente gli amici che hanno dato una mano, in termini di voti, in campagna elettorale. I 4 commissari sono, infatti, tutti candidati alle regionali con il centrodestra, a differenza dell’unico che non è stato confermato.
E la mancanza di motivazioni in un atto, che sembra essere frutto di un semplice copia e incolla, alimenta solo ulteriormente il sospetto che si tratti di una decisione presa in fretta e furia, senza una reale valutazione delle necessità della regione.
D’altronde nell’audizione sul bilancio nessuno della maggioranza aveva argomentato sull’utilità delle stesse, anzi si percepiva un chiaro dissenso da parte di molti. Per primo, l’assessore al bilancio che piu’ di ogni altro dovrebbe monitorare e bloccare le spese inutili. Al netto del personale ancora in forza e da garantire, magari con funzioni molto più necessarie da quelle date loro dalla politica regionale e commissariale, le somme in bilancio a cosa servono?
Le liquidazioni sono praticamente finite da tempo. Sono quindi pure prebende!
Viceversa resta inevaso il grande tema che riguarda la Molise Centrale, comunità montana proprietaria della discarica di Montagano dove conferiscono i rifiuti 57 comuni della regione. Ad oggi su questo ci sono solo le parole e le rassicurazioni fumose di Di Lucente che, sulla questione ambientale, rimanda tutto al piano rifiuti, senza dire né come, né quando.
E allora cosa succederà dal prossimo 30 marzo, quando scadrà il contratto della Giuliani Enviroment / Comunità Montana Molise Centrale con la Regione?
Mancano poco meno di due mesi e il Molise ancora non sa se i rifiuti di quest’area saranno portati a Tufo Colonico (Isernia) o nell’impianto di Guglionesi, con un grave aumento dei costi non solo economici, ma anche e soprattutto ambientali.
Si andrà a Montagano per conferire i rifiuti e di lì le ecoballe gireranno il Molise sulle nostre strade “sicure”?
Ecco perché una mozione di richiesta di annullamento in autotutela sembra essere l’unica risposta logica di fronte a questa decisione mal ponderata. Lo proporrò ai colleghi con urgenza.
La maggioranza Roberti in questi mesi ha dato già ampiamente prova di in continuità con la maggioranza Toma non solo per le persone chiamate ad amministrare a Campobasso e sui territori, ma soprattutto per la cifra che la caratterizza: nessuna soluzione e molto galleggiamento clientelare. Se i molisani si aspettavano una svolta a distanza di sei mesi e in barba ai vestiti blu della conferenza di fine anno non l’hanno affatto avuta.