L’incontro di oggi a Termoli è stato utilissimo per illustrare le enormi opportunità che si aprono anche in Molise con le ‘Comunità energetiche’. Le domande arrivate dal pubblico ci hanno dimostrato l’interesse dietro questi nuovi strumenti – fortemente voluti con legge dal MoVimento 5 Stelle nazionale – ma anche la scarsa conoscenza che ne hanno cittadini e imprenditori. Questo ci conferma l’importanza di momenti di confronto come quello organizzato dai portavoce M5S molisani, volto a spiegare nei singoli passaggi come realizzare una Comunità energetica, avvalendosi della collaborazione di associazioni e professionisti locali, come il Gal (rappresentato oggi da Adolfo Colagiovanni).
I comuni molisani, in particolare, non possono perdere questa sfida: dal Pnrr sono in arrivo circa 2,2 miliardi di euro per la realizzazione di Comunità energetiche verdi in centri urbani con meno di 5.000 abitanti. Che, in Molise, rappresentano oltre il 90 per cento del territorio. Sempre nel Piano nazionale di ripresa e resilienza sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro per la realizzazione di parchi agrisolari, di cui il 40 per cento è destinato al Sud. Ciò favorirà il recupero di terreni abbandonati e potrebbe fungere da stimolo per comunità energeticamente autosufficienti nelle aree più svantaggiate del Meridione. È notizia di queste ore la conversione del Dl Energia anche al Senato. Il provvedimento prevede ben 8 miliardi di euro per tamponare il caro energia, ma è importante mettere in campo azioni strutturali per abbattere i costi di luce e gas per i cittadini. Il taglio della burocrazia per l’installazione di pannelli fotovoltaici nei centri storici è un ulteriore segnale verso la transizione energetica, frutto dell’azione del MoVimento a tutti i livelli istituzionali. Sono stati ben 75 gli emendamenti del gruppo M5S per spianare la strada alla rivoluzione verde: pensiamo ad esempio all’agevolazione degli impianti di accumulo di energia, fondamentali per l’autoconsumo nelle Comunità energetiche.
Le Comunità energetiche rappresentano l’elemento più rivoluzionario nella nostra agenda per la transizione, perché puntano a trasformare il cittadino da consumatore passivo a produttore di energia rinnovabile. Rivoluzionario perché ribalta tutti i paradigmi del flusso energetico, che non è più ‘top to down’, ma diventa un sistema di pura condivisione. La produzione di energia si trasforma da ‘one to many’ a ‘many to many’, dove tutti contribuiscono ai bisogni di energia della propria comunità. Questa buona pratica diventa ancora più determinante quando contribuisce a combattere le diseguaglianze sociali e la cosiddetta ‘povertà energetica’. È il caso della Comunità di Napoli Est, dove il circuito virtuoso è stato innescato in un quartiere difficile. Lì 40 famiglie si sono messe in rete abbattendo i costi delle bollette in costante aumento. Un esempio di welfare sociale, nato dalla collaborazione tra due fondazioni, che hanno intrapreso la strada verso la Comunità energetica partendo dalla sensibilizzazione delle famiglie che ne avrebbero fatto parte.
La testimonianza di Legambiente Campania (intervenuta con Mariateresa Imparato) ha posto l’accento su tre fattori: la legislazione nazionale sulle Comunità non deve subire rallentamenti; i centri storici – molto diffusi nel Sud Italia – devono poter partecipare attivamente alla rivoluzione verde; bisogna stimolare i governi territoriali a produrre leggi regionali, per agevolare la realizzazione delle Comunità energetiche anche dove i vincoli sono più stringenti.
Dal canto nostro, la collaborazione tra portavoce regionali e nazionali ha fatto sì che cadessero diversi freni allo sviluppo delle rinnovabili. Ma in Molise, nonostante gli esempi virtuosi, è tutto fermo. La Regione non è stata in grado di stanziare neanche i 50.000 euro necessari a finanziare la nostra proposta di legge per la promozione delle Comunità energetiche, depositata a novembre 2021. Ma i cittadini, le amministrazioni locali, le aziende e le associazioni impegnate in questa nobile mission hanno bisogno di certezze. Necessitano di un partner istituzionale che li aiuti nel difficile percorso verso un mondo indipendente dai combustibili fossili. È questo l’appello unanime di chi ha contribuito a questa giornata di informazione, come l’associazione La Fonte (rappresentata da Tina De Michele), l’azienda Amaranto group (Gianfranco Gagliardi), la Mangrovia Blockchain Solutions (Giacomo Beretta) e Ares Molise (Paola Pietrangelo).
Sono tante, non lo nascondiamo, le difficoltà burocratiche incontrate da tutti i pionieri delle Comunità, compresi i molisani. Tante anche le resistenze dei cittadini, non ancora sufficientemente informati. Sarà importante farsi trovare pronti, per cogliere appieno tutte le opportunità derivanti dai nuovi fondi del Pnrr. A Mirabello Sannitico, ad esempio, stanno pensando di sfruttare il Piano di ripresa per dotare la Comunità di un accumulatore, fondamentale per evitare ogni dispersione d’energia e raggiungere la piena autosufficienza.
Un dato emerge dalle tante testimonianze raccolte oggi nell’incontro: bisogna fare quadrato, educare cittadini e imprese ed agevolare la realizzazione di nuove Comunità nel nostro territorio. Fondamentale è stato il ruolo delle associazioni no profit, che hanno fornito l’assistenza necessaria a chi per primo ha colto le enormi potenzialità della misura. Ma le istituzioni devono fare la propria parte.