“Il Molise ha la grande possibilità di avviare il processo di decarbonizzazione fissato dai protocolli internazionali per il 2050. Le opportunità arrivano dal Superbonus, ma anche dalla creazione delle Comunità energetiche. Un’occasione unica – afferma il portavoce del M5S regionale Andrea Greco – per contrastare la ‘povertà energetica’ attraverso una produzione di energia pulita, diffusa e realmente al servizio dei cittadini e non delle grandi lobbies. La legge che disciplina le comunità energetiche è stata fortemente voluta e approvata dal governo Conte, e anche al livello regionale si può fare tanto per promuovere questo strumento straordinario. Per questa ragione, durante l’ultimo Consiglio regionale, abbiamo depositato una proposta di legge finalizzata ad incentivare in maniera seria la diffusione delle comunità anche sul nostro territorio.
n esempio virtuoso viene dalla vicina Puglia, che ha recentemente adottato una norma simile. L’obiettivo cardine dev’essere sì il miglioramento dell’efficienza energetica, ma anche la reale riduzione dei costi dell’energia per i cittadini.
Oltre all’abbattimento delle emissioni atmosferiche, mi piace sottolineare come le comunità energetiche favoriscano anche una piena coesione sociale. Ma c’è anche un risvolto prettamente economico: attraverso il progressivo incremento delle utenze alimentate da energia green e l’efficientamento degli immobili pubblici, è indubbio, si mette in moto un intero indotto. In sostanza si tratta di mettere in campo azioni concrete con le comunità locali, le attività commerciali e le imprese che decidono di unire le forze e dotarsi di innovativi progetti di ricerca nel campo delle nuove tecnologie.
Altro tema da affrontare con urgenza, senza pregiudizi, è quello dei vincoli paesaggistici, troppo spesso stringenti ed anacronistici. Gran parte del territorio molisano – continua Greco – è soggetto a questi vincoli, che tuttora frenano l’installazione di impianti per l’autoproduzione di energia. In particolare, è pressoché impossibile installare un impianto fotovoltaico in qualsiasi centro storico. È chiaro che la Soprintendenza, che blocca spesso le richieste dei nuovi impianti, applica delle leggi non più al passo con i tempi. Attualmente si riesce ad aggirare questi steccati normativi ricorrendo presso i tribunali amministrativi. Ma i costi dei ricorsi sono ingenti e non tutti possono permetterseli: ciò crea cittadini di ‘serie A’ e di ‘serie B’. Il problema andrebbe affrontato seriamente, una volta per tutte.
Chiaramente escludiamo un ‘liberi tutti’, che si tradurrebbe in installazioni selvagge, con il rischio di deturpare le bellezze architettoniche dei nostri borghi. Ma è auspicabile che le Soprintendenze forniscano delle chiare indicazioni, valide per tutti, affinché i cittadini possano sapere come intervenire per ridurre i propri consumi, preservando al contempo il paesaggio. Faccio un esempio emblematico: sulla sala Nervi del Vaticano, a due passi dalla basilica di San Pietro, esiste uno degli impianti fotovoltaici più grandi della Capitale. Eppure si fonde armonicamente con le bellezze circostanti.
Dunque, perché negare a priori l’installazione di impianti nei nostri innumerevoli borghi? Basta offrire alternative percorribili, con indicazioni precise. Per dare un’idea della fattibilità della cosa, ricordiamo che la tecnologia made in Italy offre già almeno tre soluzioni prive di impatti paesaggistici: i pannelli fotovoltaici di colore rosso, come le tegole; i cosiddetti ‘intercoppo’, i pannelli montati tra una tegola e l’altra; i pannelli che ricalcano le diverse forme delle tegole stesse.
Per questa ragione – conclude il consigliere regionale – faremo sentire la nostra voce tanto in Consiglio regionale che sui tavoli del Governo centrale. È una battaglia che siamo convinti possa essere sposata anche dalla maggioranza, perché il futuro del Pianeta è un interesse bipartisan. E parlare di ‘transizione energetica’, senza renderla praticabile, rappresenterebbe un ossimoro ingiustificabile”.