Fauna selvatica, Consorzi di bonifica ma anche infrastrutture e zootecnia, come pure tutela del suolo, dell’ambiente ed energia da fonte rinnovabile, senza dimenticare il continuo calo del prezzo del grano duro. Su queste ed altre problematiche si è soffermata la dirigenza di Coldiretti riunitasi nella sede regionale dell’Organizzazione a Campobasso, all’indomani del Tavolo Verde tenuto presso l’Assessorato regionale all’Agricoltura.
I dirigenti di Coldiretti hanno fatto il punto della difficile situazione che sta vivendo il settore primario nella nostra regione, anche alla luce della crisi economica acuitasi dal protrarsi della guerra in Ucraina. “Il settore primario – ha affermato il Direttore regionale Aniello Ascolese – sta vivendo una situazione gravissima. Se non si interviene subito e con misure efficaci rischiamo che l’intero settore si fermi”. Alla luce di ciò, il Presidente regionale Claudio Papa ha posto l’accento sulla “necessità urgente di attuare una politica di programmazione negli interventi a sostegno del settore, come più volte da noi sollecitato – ha sottolineato – per evitare in futuro di dover ‘rincorrere’ le emergenze”.
Le criticità di cui soffre l’agricoltura italiana e molisana arrivano da lontano ma si sono acuite col passare degli anni. I danni da fauna selvatica, soprattutto cinghiali (ma recentemente anche lupi e cervi) rappresentano sicuramente uno dei problemi più sentiti in quanto questi animali, il cui numero è arrivato a circa 40mila in regione, impediscono agli agricoltori di raccogliere quanto seminato. Inoltre, come se ciò non bastasse, incombe sugli allevatori il pericolo di diffusione della Peste Suina Africana, meglio nota come Psa, per arginare la quale Coldiretti ha di recente chiesto al Presidente della Regione, Francesco Roberti, ed all’Assessore all’Agricoltura, Salvatore Micone, la rapida attuazione del Piano nazionale straordinario di catture e abbattimento di questi selvatici.
Restando in tema di zootecnia è intervenuto anche il Presidente provinciale di Campobasso, Giacinto Ricciuto, il quale ha evidenziato le criticità che sta affrontando l’intera filiera. “Non dobbiamo considerare solo agli allevatori – ha detto – ma anche l’industria casearia, molto diffusa in Molise. In regione c’è infatti in gioco il destino di 1200 stalle da latte che producono circa 50mila tonnellate di latte, per un valore della filiera lattiero-casearia, che si attesta intorno ai 25 milioni di euro, coinvolgendo oltre 5000 addetti a monte a valle della produzione”.
Riguardo alla carenza infrastrutturale del territorio regionale non va poi dimenticata la fatiscenza della rete viaria, tale che spesso i fornitori si rifiutano di portare alle aziende gli approvvigionamenti necessari, contribuendo a ingenerare uno scoramento fra gli imprenditori
zootecnici che si sentono abbandonati a loro stessi. Una situazione che sta causando lo spopolamento delle aree rurali interne che già soffrono della mancanza di servizi e che, non più manutenute dagli agricoltori, sono sempre più a rischio di dissesto idrogeologico. “Non parliamo solo di infrastrutture tecnologiche, come ad esempio la rete Internet veloce, ormai vitale per ogni imprenditore – ha spiegato il Presidente Papa – ma di strade, indispensabili a spostarsi sul territorio o di presidi indispensabili come scuole, uffici postali, farmacie…”
Il territorio regionale appare, inoltre, sempre più sfruttato per usi non agricoli. “Parchi fotovoltaici a terra o eolici sono ormai ovunque – ha sottolineato il vice Presidente regionale Adamo Spagnoletti – Coldiretti è favorevole alle fonti rinnovabili per la produzione di energia ma avversa in maniera decisa gli impianti che occupano terreni coltivabili; siamo al contrario favorevoli al fotovoltaico sui tetti o al mini eolico aziendale”.
Altra problematica molto sentita dal mondo agricolo è anche quella che riguarda i Consorzi di Bonifica: “enti – ha aggiunto Spagnoletti – che, oltre alla gestione delle acque per uso irriguo, operano anche per la difesa del suolo”. Gravi difficoltà le sta vivendo quello del Basso Molise che soffre di una importante situazione debitoria che potrà essere affrontata e risolta solo con l’intervento della Regione, come più volte chiesto da Coldiretti e dalle altre organizzazioni professionali.
A tutto ciò si sono poi aggiunte – continua Coldiretti – le calamità naturali, causate dai cambiamenti climatici in atto, che hanno visto susseguirsi “periodi di siccità a forti e insistenti piogge. Eventi atmosferici estremi che hanno causato la diffusione della Peronospora fra i vigneti, molti dei quali hanno visto azzerata la produzione, con il duplice danno della mancata produzione sommata al peso di dover comunque sostenere i costi vivi delle aziende; senza dimenticare la cronica carenza di manodopera specializzata sempre più difficile trovare”.
Ultimo, ma solo in ordine di tempo, vi è il continuo calo del prezzo del grano duro registrato nelle ultime settimane. “Una caduta libera impressionante e ingiustificata – ha sottolineato il Direttore Ascolese – se non strettamente legata ad una speculazione che gli agricoltori non possono assolutamente permettersi di subire, dopo il forte rincaro dei costi di produzione e la siccità dello scorso anno”. La pasta è ottenuta direttamente dalla lavorazione del grano con l’aggiunta della sola acqua e non trovano dunque alcuna giustificazione le divergenze registrate nelle quotazioni, con la forbice dei prezzi che si allarga e impatta negativamente sui bilanci degli agricoltori e dei consumatori.