Progettare territori “fragili”, gli architetti sono pronti a guidare il processo di cambiamento, a governare la trasformazione del territorio che punti al bene comune rimettendo al centro il progetto, la qualità e l’orgoglio della professione. Così Guido Puchetti, presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Campobasso, ha affermato in apertura dell’evento che, lo scorso giovedì, si è tenuto a Chieti in vista dell’ottavo congresso nazionale degli architetti in programma a Roma i primi giorni di luglio. Il ciclo di incontri territoriali, focalizzato sulle città del futuro, ha fatto tappa nella macro area Abruzzo-Molise con l’obiettivo di stimolare il dibattito che possa contribuire all’individuazione di una strategia di rigenerazione chiara e condivisa e alla definizione di una proposta di legge sulla qualità in architettura e sul corretto uso del suolo da sottoporre all’attenzione della politica a conclusione del congresso nazionale.
La bulimia speculativa e l’obsolescenza della macchina amministrativa hanno devastato il territorio. Un’emergenza a cui gli architetti sono chiamati a rispondere attraverso un’azione forte che riporti le persone al centro delle città così come avviene in altri Paesi dove c’è una politica che va in questa direzione. La città contemporanea è fondata sul disordine e sulla frammentazione ma, di pari passo, la visione della città sta cambiando nella consapevolezza che è l’uomo che deve riappropriarsi degli spazi urbani. C’è una stretta connessione tra il vissuto psichico e l’esperienza degli spazi e dei luoghi nel tempo. La qualità della vita e il benessere psicologico, dunque, sono strettamente legati alla città in cui si vive.
“In Italia si continua a discutere ma questi temi sono stati assenti in campagna elettorale mentre, invece, servono spazi pubblici di qualità fondamentali per il benessere dell’uomo”. E’ stato categorico Giuseppe Cappochin, presidente del Cnappc (Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori), che ha sottolineato la necessità di dimostrare l’importanza delle città del futuro presentando al Governo proposte di qualità da perseguire, innanzitutto, attraverso concorsi di progettazione. “Concorsi di due fasi – ha precisato– che assicurino la progettazione al vincitore”. Cappochin, come Puchetti, ha rimarcato il ruolo degli architetti che devono e vogliono intervenire nei processi decisionali, cercare risposte da portare al congresso nazionale individuando strategie per le città italiane e per il territorio fragile.
Attraverso le numerose riflessioni dei professionisti presenti all’incontro sono emerse le criticità e il degrado ambientale a cui, da tempo, sono sottoposti sia l’Abruzzo che il Molise. Regioni che, nonostante questo, riescono ad esprimere la capacità di formulare ipotesi di sviluppo del territorio.
Tra i protagonisti del dibattito, Antonio Federico, neo eletto alla Camera per il Movimento Cinque Stelle. Assenti, più o meno giustificati, il Governatore del Molise Paolo Frattura e Giuseppina Occhionero, eletta alla Camera per LeU. Entrambi hanno declinato l’invito.
L’onorevole Federico ha subito precisato, ironicamente, di essere ingegnere e quindi in conflitto di interesse con la platea di architetti. Poi, entrando nel merito, Federico ha sottolineato l’importanza del ruolo dell’architetto che deve aiutare le persone a vivere meglio il proprio spazio e il proprio tempo. “La politica deve creare un equilibrio tra le esigenze dei cittadini e quella dei professionisti progettisti; è fondamentale – ha aggiunto – non complicare la vita dei cittadini ma informarli per poi coinvolgerli, anche attraverso referendum partecipativi, nelle scelte che riguardano il territorio”.
La riflessione sul futuro delle città ha evidenziato la particolarità del presente. “E’ un momento delicato – ha concluso Puchetti – il mondo della professione è cambiato ma il sistema è impegnato e noi architetti siamo pronti al cambiamento”.