CISL: Il Molise è in fondo alla classifica nazionale relativa al reddito medio complessivo

Il Molise è in fondo alla classifica nazionale relativa al reddito medio complessivo dichiarato ai fini Irpef nell’anno di imposta 2021.

Questo emerge dalla statistica sulle dichiarazioni fiscali.

Dal report si apprende che il valore medio è di 17.520 euro, più alto di quello della Calabria (16.300), fanalino di coda della graduatoria, ma più basso rispetto ad altre regioni del sud: Campania (18.460), Puglia (17.670), Basilicata (17.620), Sicilia (17.680).

L’analisi territoriale mostra che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (26.620 euro), seguita dalla provincia di Bolzano (25.680).

Il confronto tra governo e opposizioni, in questo momento storico – afferma il Coordinatore della CISL Molise -, apre all’opportunità imperdibile di incardinare finalmente nel solco di una impostazione bipartisan i temi del lavoro povero, della precarietà lavorativa, di una questione salariale che richiede una nuova strategia condivisa tra politica, sindacati e imprese.

Questioni determinanti, che non ammettono divisioni strumentali né demagogie e richiedono l’esercizio di una responsabilità comune tra tutti i partiti e le parti sociali. Per questo guardiamo con il massimo interesse all’avvio di un percorso-istruttoria al Cnel che porti anche a una norma capace di estendere e rafforzare la contrattazione, assicurando salari dignitosi e copertura dei contratti leader a tutti i lavoratori, senza alcuna eccezione.

È quanto sottolinea il Coordinatore della Cisl Molise Antonio D’Alessandro. È tempo di concretezza, di riformismo vero, nella consapevolezza che per fronteggiare working poors e salari bassi non è sufficiente qualche articolo sulla Gazzetta ufficiale: bisogna far applicare i contratti leader e maggiormente diffusi, contrastare i part-time involontari, aumentare le ispezioni per le false partite Iva e il parasubordinato, il sommerso e il lavoro nero, le cooperative spurie e i tanti fasulli tirocini extracurricolari.

C’è da stimolare la leva della contrattazione aziendale e territoriale azzerando il peso del fisco sugli accordi decentrati per aumentare e redistribuire la produttività. Va poi condotta in porto una grande riforma sulla partecipazione alla vita e agli utili delle imprese.

È fondamentale che tutto questo entri nel dibattito e si collochi in modo organico nel quadro di una complessiva politica dei redditi partecipata da sindacati e imprese.

La contrattazione – conclude Antonio D’Alessandro – deve tornare al centro della politica dei redditi, valorizzando le relazioni sindacali, riconoscendo il ruolo dei corpi intermedi e sostenendo la cultura partecipativa bisogna combattere l’erosione del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati per aumentare salari, retribuzioni e pensioni rendendoli più giusti e dignitosi.

Il Coordinatore AST Molise Antonio D’Alessandro

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