«È in corso, in questi giorni, un interessante dibattito sul cinquantesimo anniversario dell’istituzione della Provincia di Isernia e, come sempre avviene in questi casi, giudizi e opinioni rendono il confronto stimolante e vivace.
C’è chi ricorda, a giusta ragione, il 3 marzo del 1970 come una battaglia del popolo, che portò a compimento un ineludibile percorso storico per il riconoscimento della Pentria. E c’è chi sottolinea come la conquista dell’autonomia fu resa possibile grazie anche allo spirito di coesione che l’animò e che coinvolse forze politiche, sociali ed economiche dell’epoca.
E poi ci sono i richiami a quella che fu una vision vincente, portatrice di sviluppo e ricchezza per i successivi vent’anni, vision che sarebbe mancata nel periodo seguente e che non vi sarebbe tutt’ora a causa dell’incapacità della classe politica.
Allora, proviamo a fare una sintesi. L’istituzione della Provincia di Isernia si colloca nel contesto di una legittima rivendicazione autonomistica iniziata con la Legge costituzionale 27 dicembre 1963, in forza della quale si modificò l’articolo 131 della Costituzione che consentì di procedere alla istituzione della Regione Molise, svincolata dagli Abruzzi.
Sette anni dopo, nel 1970, ci furono altri due eventi di fondamentale rilevanza: l’istituzione della Provincia di Isernia il 3 marzo, le prime elezioni regionali il 7 giugno.
Il passaggio all’autonomia generò un processo virtuoso riguardante l’istituzione di uffici statali, regionali e provinciali. Ciò portò ad un significativo aumento degli occupati nella Pubblica amministrazione, un terziario che generò ricchezza, fece da traino ad altri settori economici, andò avanti per oltre trent’anni, per poi subire una battuta d’arresto e un’inversione di tendenza a partire dagli anni Duemila.
La riforma del titolo V della Costituzione, il progressivo smantellamento degli uffici dello Stato nelle piccole realtà, la Legge Delrio che di fatto ha tolto il respiro alle Province, il discorso sul regionalismo e sulle macroregioni, gli effetti negativi di una congiuntura economica nazionale e internazionale hanno imposto un nuovo quadro di riferimento che, evidentemente, non può essere più quello di cinquant’anni fa.
A fronte di uno scenario mutato, vi è l’esigenza di programmare e operare nella consapevolezza che le piccole dimensioni di un territorio non siano un punto di debolezza, bensì rappresentino un’opportunità di crescita. Isernia e il suo territorio sono un patrimonio di bellezza e di cultura millenaria su cui bisogna scommettere: questa è la nostra vision, di cui siamo fermamente convinti e su cui stiamo lavorando con tenacia.
Siamo dell’avviso che tale prospettiva possa ricreare in noi tutti quelle condizioni di ottimismo e di positività che animarono i nostri corregionali cinquant’anni fa.
Dunque, ci piace guardare al futuro con atteggiamento fiducioso, a partire dalla candidatura di Isernia a Capitale della cultura 2021: è il migliore augurio che possiamo fare alla Provincia pentra per il suo cinquantesimo compleanno».
L’intervento del presidente della Regione Molise in occasione del cinquantesimo anniversario dell’istituzione della Provincia di Isernia.