In una sessione di Bilancio pervasa da enormi criticità e che ai molisani ha portato in dono solo e soltanto un aumento delle tasse, nella notte peggiore del Molise c’è stata un’unica flebile luce. Durante le deliberazioni in Aula, la maggioranza ha ascoltato la mia e la nostra richiesta di fare in modo di non cancellare l’Istituto Regionale per gli Studi Storici del Molise ‘Vincenzo Cuoco’ (IRESMO).
Un atto dovuto e necessario affinché il Molise possa continuare a contribuire alla ricchezza culturale delle regioni italiane. È indiscutibile, infatti, come molti altri territori godano dei benefici derivanti da istituti storici di grande rilevanza. Regioni come la Valle D’Aosta, il Piemonte, la Liguria, la Lombardia, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, il Trentino, l’Emilia-Romagna, la Toscana, l’Umbria, le Marche, l’Abruzzo, il Lazio, la Campania, la Calabria, la Puglia, la Basilicata, la Sardegna e la Sicilia vantano istituti che contribuiscono in modo significativo alla comprensione e alla conservazione della storia locale e nazionale.
E siamo certi che anche l’IRESMO, con un modesto finanziamento potrebbe operare in modo efficiente, contribuendo alla diffusione della conoscenza storica e culturale della nostra regione. Si tratterebbe di un piccolo investimento in cambio di un grande guadagno per la nostra comunità, considerando che altri istituti storici dimostrano di poter operare con successo con budget simili.
Inoltre, con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ancora inutilizzati, sarebbe opportuno considerare l’investimento in cultura come una priorità. Così come sarebbe senz’altro fondamentale l’impiego dei fondi per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) non solo per eventi, ma per la ricerca, lo studio e la fruizione culturale. Sappiamo bene, infatti, come la cultura sia un elemento chiave per la crescita economica, la coesione sociale e la promozione territoriale.
Invece, attraverso la volontà del centrodestra di cancellare l’IRESMO il Molise rischia di chiudere anziché aprire nuovi presidi culturali, compiendo l’ennesimo e irreversibile passo indietro nell’arricchimento culturale della regione che in questi anni, su questo fronte, è già stata fortemente privata. Ecco perché, con forza, abbiamo chiesto di riconsiderare questa decisione che, ci auguriamo possa essere accompagnata da una necessaria riforma e rilancio anche della Fondazione Molise Cultura.
Intanto, nel ringraziare l’assessore Cefaratti e la maggioranza nell’esprimersi positivamente sull’emendamento, mi auguro davvero che questo possa essere solo l’inizio di un percorso per investire risorse in cultura.
Perché quest’ultima, insieme alla nostra storia, rappresentano il nostro immenso patrimonio e preservarle significa anche fare in modo che esse possano contribuire in maniera decisiva al rilancio economico del nostro territorio.