L’iter parlamentare che avevamo ampiamente previsto e annunciato in tempi non sospetti, ha portato a compimento una delle peggiori rappresentazioni legislative frutto di un compromesso politico tra la lega “vecchio stampo” e la nuova destra che avanza.
I padani portano a casa il sogno di Bossi, Maroni Borghezio e Calderoli (….quelli che consideravano il nostro mezzogiorno una fogna da ripulire) con l’autonomia differenziata e la destra, vestita a nuovo con idee vecchie, rilancia l’idea dell’uomo (donna?) solo al comando con il presidenzialismo. Nel nostro Molise la rappresentazione è ancora più tragica se si considera il fatto di aver avuto come relatore del disegno di legge Calderoli un senatore nostro conterraneo. La vicenda da tragica diventa tragicomica quando si constata amaramente che anche autorevoli personaggi politici e istituzionali dell’attuale maggioranza che avevano espresso perplessità sulle riforme costituzionali così come vengono oggi proposte, hanno preferito indossare la casacca di partito invece che quella di rappresentanti del territorio. Hanno indossato la casacca di partito allineandosi alle scelte di convenienza pur di mantenere ferma la tristemente decantata “filiera istituzionale” che fa assumere alla nostra Regione sempre più le sembianze di una colonia romana.
A tempo debito gliene chiederemo conto, ma intanto la CGIL del Molise, insieme a una vasta rete associativa di rango nazionale che prende il nome della “Via Maestra” e insieme ai comitati territoriali “NO AUTONOMIA DIFFERENZIATA” costituiti nei mesi scorsi, continuerà la sua campagna informativa e darà battaglia in tutti i luoghi a questo sciagurato progetto di riforma a perdere che aumenterà ancora di più i divari tra i diversi territori della nostra nazione e concentrerà poteri decisionali nelle mani di poche persone mortificando la normale dialettica democratica e parlamentare. Alle non meglio definite filiere istituzionali preferiamo le filiere costituzionali e in questa direzione chiediamo anche alle compagini che si definiscono progressiste di prendere posizioni nette nel condurre questa lotta popolare. A queste stesse alleanze
progressiste chiediamo – soprattutto quando si governa – di tenere presente che il frutto delle loro scelte contestuali rischia sempre di finire in mani improvvide anche quando si avvicendano periodi storici che pur presuppongono fasi riformiste. A tutte le lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, studenti e studentesse, cittadini e cittadine, anche con idee politiche diverse , chiediamo di informarsi e scegliere.
Scegliere, come l’Italia ha saputo fare in tanti fasi della sua storia, di costituire un blocco sociale che mantenga fermi i valori della nostra Costituzione e che sappia contrastare adeguatamente queste idee di riforme che peggiorano gli assetti istituzionali e la convivenza civile e solidale del nostro Paese.