Nei giorni scorsi il Senato è andato avanti con l’approvazione di un accordo annunciato in
tema di immigrazione : un accordo tra il nostro Paese e l’Albania. Quell’accordo diventa
quindi legge e rispetto a una proposizione meramente ideologica, che non tiene in conto il
destino di uomini e donne disperate, non possiamo e non vogliamo stare in silenzio.
Tante le voci che si alzano al riguardo, di persone addette al settore che lavorano su
questi temi da tempo. Poi ci sono altre voci che avanzano strani paradigmi tra quanto oggi
discusso e approvato con i sistemi di accoglienza che sono stati proposti nel tempo e che
hanno provato, pur tra mille difficoltà, a trasformare l’accoglienza in vera inclusione. Una di
queste voci è quella di uno zelante Senatore molisano come noi. Un uomo delle istituzioni,
questo gli va riconosciuto, che indossa la casacca politica di appartenenza con estrema
convinzione considerato che è lo stesso relatore dello scempio riferito al DDL Calderoli
(meglio conosciuto come “Autonomia Differenziata”) che non potrà che condannare anche
gli abitanti della sua stessa Regione, in termini di esigibilità di diritti costituzionali e
strutturazione di servizi essenziali. Comunque, tornando all’accordo Italia – Albania, molti
sono i punti che ci lasciano interdetti. Sempre il Senatore molisano ha parlato di numeri e
a questo proposito facciamo delle precisazioni. Al 31 agosto 2023 sono arrivate sulle coste
del nostro paese poco più di 114mila persone migranti. Si tratta di un numero molto più
alto rispetto agli anni precedenti (nel 2022 stesso periodo 58mila circa). Gli sbarchi di
richiedenti asilo nell’anno 2023 sono in crescita del 47% rispetto all’anno 2022 (Governo
attuale in carica dal mese di ottobre 2022, quindi fine anno).Questi sono dati più o meno
coerenti con quelli rilevati tra l’anno 2014 e il 2015. Da sottolineare che noi non riteniamo
comunque corretto, in questi casi, parlare di invasioni o di sbarchi ‘record’, cosa che
invece spesso viene dichiarata da molti. Ma riteniamo importante una buona gestione che
non va descritta in termini emergenziali. In generale invece, proclamare con i soliti slogan
che ci sarebbe un calo degli arrivi grazie al nuovo Governo ci sembra eccessivo e
fuorviante e utile solo per fare finta di mantenere improbabili promesse elettorali. Gli
sbarchi non sono mai stati, fra l’altro, il principale canale di ingresso; eppure si parla
spesso e troppo soltanto di questo. Inoltre, l’accordo Italia/Albania, prevede che, entro
l’anno saranno create due aree albanesi dove verranno destinati i migranti. Viene detto
che, tra le persone da rinchiudere nei centri, non ci saranno donne incinte, minori e altre
persone vulnerabili. Chi conosce cosa significa trovarsi in mare saprà anche immaginare
le condizioni in cui si opera nelle operazioni di salvataggio. Le navi che si occupano di
soccorso in mare che viaggio dovranno affrontare? Navigheranno le acque avanti e
indietro per lasciare “chi lo merita” in un luogo e chi no in centri controllati a vista?
Arriveranno in luoghi e poi con calma, in ordine e in maniera così schematica e giusta
verranno suddivisi in gruppi? Noi abbiamo più volte interagito con chi ha intrapreso i viaggi
della speranza e conosciamo perfettamente le tempistiche burocratiche e le mille
sfumature dietro alla storia personale di ognuno/a. Realisticamente è lecita una divisione
di questo tipo? Siamo molto dubbiosi e altrettanto preoccupati per i diritti delle persone
coinvolte. L’Albania sarà indicata come responsabile dell’area esterna mentre l’Italia si
occuperà della sicurezza all’interno di quel Paese. Ma davvero possiamo immaginare
un’organizzazione di questo tipo così minuziosa? In caso di problemi si riuscirà a garantire
la tutela di tutti e tutte? Oppure ci gireremo dall’altra parte come la storia ci insegna e
faremo finta, in caso di ulteriori maltrattamenti e morti, di non sapere e di non aver visto
mostrando falsa commozione solo quando accadono fatti come quelli di Cutro?
Conosciamo bene le inchieste e le storie di chi vive in posti simili e per noi
un’organizzazione di questo tipo non può essere veritiera, non è giusta e, soprattutto, non
può essere definita un modello. Lavoriamo per costruire una politica lungimirante,
lavoriamo nel mettere in atto politiche che certo riconoscono i propri confini ma che
interpretano gli stessi in un’ottica di apertura, di confronto, di integrazione, di inclusione e
di cooperazione vera. Sarebbe auspicabile e interessante portare questi temi, documenti,
testimonianze e fatti all’attenzione di tutti i cittadini e le cittadine. Noi continueremo a
confrontarci,anche pubblicamente,per far conoscere in maniera obiettiva, reale e razionale
le questioni che interessano l’intera struttura sociale del nostro Paese. La CGIL continuerà
a sostenere proposte di accoglienza che guardino alla solidarietà e all’umanità in un
mondo diviso che purtroppo, anche a causa di alcune prese di posizione, si incattivisce
sempre di più.
Il Segretario Generale CGIL Molise Paolo De Socio
La Segretaria CGIL Molise Sabrina Del Pozzo