Ma allora, noi molisani esistiamo o non esistiamo? È da ieri che mi pongo questo quesito senza riuscire a darmi una risposta. Ho le idee ancora più confuse dopo aver ascoltato in radio l’illuminante dibattito andato in onda a seguito dell’intervento di tale signora Ermelinda tra la stessa e i conduttori del programma Giuseppe Cruciani, David Parenzo e Alberto Gottardo a proposito dell’utilità del reddito di cittadinanza; tema importante, certo, ma che meriterebbe riflessioni approfondite e una discussione seria che non è il caso di affrontare in questo contesto.
È il seguito del confronto che mi ha letteralmente sconvolto l’esistenza, visto che la suddetta elegantissima signora Ermelinda afferma che, non essendo molisana, è purtroppo costretta a vivere in Molise. A prescindere dal fatto che nessuno la obbliga, la domanda è sempre la stessa: la mia Regione esiste davvero o è soltanto frutto della mia immaginazione? E, se esiste, è il caso di mantenerla in vita o di eliminarla definitivamente come sostenuto da Cruciani perché è improduttiva, perché è un carrozzone inutile che comporta esclusivamente sperpero di denaro pubblico o magari perché numericamente non arriva a rappresentare un quartiere di Roma? (quante volte abbiamo sentito questo ritornello).
Oppure è una Regione meravigliosa che ha un “mare pazzesco” e tante aziende importanti, come ha provato a sottolineare il nostro difensore d’ufficio Parenzo?
Anche su questo argomento andrebbero fatte approfondite riflessioni sulla scorta delle numerose proposte volte a “sburocratizzare” e semplificare il sistema-Italia, si pensi agli studi della Fondazione Agnelli sull’opportunità di istituire macro-aree o macro-regioni; si può essere d’accordo o meno, ma è bene che se ne discuta apertamente e senza pregiudizi.
Chi non conosce Giuseppe Cruciani e lo ha sentito per la prima volta avrà fatto un balzo sulla sedia, avrà trasecolato imprecando contro il solito ignorante (nel senso letterale del termine, che ignora cioè la realtà molisana) che offende una Regione intera, un popolo laborioso e onesto e che si permette di definire inutili i consiglieri regionali.
Ma da consigliere regionale non mi sento affatto offeso, anzi: comprendo e, divertito, raccolgo la provocazione tipica del suo modo di raccontare, da giornalista, fatti e misfatti.
E mi permetto di rilanciare. C’è un aspetto che il buon Parenzo non è riuscito ad evidenziare nel suo vano tentativo di strenua difesa della nostra Regione: il senso dell’ospitalità. Ecco, quello davvero non ci manca e vorrei dimostrarlo invitando i tre conduttori a proseguire il dibattito, come sempre libero e senza alcun pregiudizio, a casa mia, completamente a mie spese, qui nel feudo molisano, in un ambiente ancora incontaminato e salubre, tra un tuffo nel “mare pazzesco” e una tavolata ricca di prodotti tipici.
Mi aspetto, da persone intelligenti quali siete, che non rifiuterete l’invito.
Gianluca Cefaratti