La mancanza di medici di notte sulle ambulanze del 118 di Agnone, Frosolone e altre zone del Molise, unita alla carenza degli anestesisti all’ospedale di Termoli, non è altro che lo specchio del disastro a cui il centrodestra ha condannato il Molise.
Lasciare scoperte intere aree dove risiedono migliaia di cittadini, tra cui molti anziani, è un fatto gravissimo, che nel periodo di Pasqua rischia di mettere a repentaglio anche la vita di numerosi turisti.
In concreto, si nega il diritto sacrosanto alle cure, ma circostanza più scandalosa è non conoscere i tempi dei disservizi che, a quanto pare, si protrarranno a tempo indeterminato.
Se a ciò sommiamo lunghi tempi di percorrenza per raggiungere una struttura meglio attrezzata come l’hub di Campobasso, la fotografia è allarmante e non fa dormire sonni tranquilli. In estrema sintesi, alto e basso Molise fanno un balzo indietro di settant’anni quando non esistevano presidi ospedalieri, oggi azzerati dalla mala gestione di chi è titolato a fornire risposte. Tra tutti: il commissario ad acta Donato Toma e l’intera Giunta regionale, senza dimenticare esponenti di centrodestra, quale Michele Marone, consulente giuridico del ministro Matteo Salvini.
Tra i protagonisti dello sfacelo impossibile non pensare al consigliere di maggioranza, Andrea Di Lucente, che oggi grida allo scandalo, ma in passato non ha nascosto di voler trasformare, ad esempio, il ‘Caracciolo’ in un centro geriatrico senza un Pronto soccorso per i codici rossi. E così via tutti gli altri, che per opportunismo politico, giocano allo scaricabarile dopo aver governato senza muovere un dito pur avendo la possibilità di farlo.
Si continua a “scherzare” sulla pelle di uomini, donne e bambini nati in un lembo di terra abbandonato da una classe dirigente semplicemente inadeguata.
A pagare lo scotto maggiore sono i territori periferici. Ma al peggio non c’è fine. Oltre alla vicenda del 118, situazioni di forte precarietà vengono registrate nei Pronto soccorso, dove gli attuali medici sono sottoposti a orari massacranti e in molti casi svolgono turni extra per non far chiudere i reparti. Fino a quando si potrà sopportare una situazione del genere?
Nelle settimane scorse ho interloquito più volte con l’Asrem. Ho chiesto di adeguare l’indennizzo economico dei medici dove necessario, come pure di inviare nuove unità ad Agnone e Isernia attingendo dalle graduatorie dei camici bianchi venezuelani. La risposta sempre la stessa: la coperta è corta. Ad ogni modo ho notato un cambio di passo della dirigenza che, al contrario di quando c’era Oreste Florenzano, sembra più predisposta all’ascolto e alla ricerca di soluzioni percorribili. A questo punto non resta che mandare a casa una classe politica superficiale e mai preparata a studiare anzitempo soluzioni efficaci per evitare l’attuale disastro. Se la problematica non si risolverà sono pronto a diffidare il Commissario ad acta e con lui il Ministro della Sanità. Toma e soci avevano annunciato soluzioni salvifiche da Roma, ma al momento sono solo accecati dall’ossessione di restare incollati alle poltrone.
L’amara consapevolezza è che il tema non sarà affrontato in Consiglio regionale. Ad oggi, infatti, il centrodestra è più concentrato sulla campagna elettorale che a risolvere problemi vitali come quelli della sanità. Mi auguro che i molisani possano recepire il messaggio e nel segreto dell’urna far voltare definitivamente pagina ad una regione da troppo tempo schiava di pratiche clientelari e costretta a subire la mancanza di programmazione e decisioni cruciali.