Prima di decidere se intervenire sulla questione che nelle ultime ore ha acceso il dibattito sulla quota rosa nella giunta regionale del Molise, ho atteso un giorno (non sono una che prende facili decisioni, partorite in poche ore!). Ho prestato molta attenzione a quello che la neo-assessora Filomena Calenda ha pubblicamente e convintamente dichiarato. Nella sua nota si legge che lei rappresenterà e si impegnerà a tutelare gli interessi di ogni cittadino e cittadina molisani mettendosi a disposizione di tutti.
Proprio alla luce di queste affermazioni, chiedo pubblicamente alla neo-assessora Calenda di motivare a tutti i molisani e le molisane il suo gesto repentino, al momento incomprensibile e per questo oggetto di tanta indignazione, spiegando quali sono i motivi che l’hanno indotta a ritirare la firma apposta al documento di sfiducia nei confronti del Presidente della Regione e della Giunta regionale.
La risposta a questa domanda certo non potrà essere la generica ed effimera affermazione del cambio di passo che avverrà da ora in poi, ossia la presenza finalmente di una donna in giunta, con la certezza che il suo apporto garantirà la risoluzione di tanti problemi, anche perché lei è la stessa persona che aveva chiesto pubblicamente scusa ai molisani ammettendo l’inadeguatezza di tutta l’Assise regionale (riconoscendo quindi, implicitamente, anche la propria?).
Ciò è definitivamente testimoniato proprio dalla firma posta in calce al documento di sfiducia! Ci dica, neo-assessora Calenda, cos’è accaduto in quelle poche ore da convincerla a ritrattare tutto, a ritenere di buttarsi alle spalle tutto quello da lei denunciato sui social e in Tv? Mi riferisco, nel caso proprio non lo ricordasse,
a quello che lei stessa ha denunciato alzando la voce in Consiglio regionale, ossia i tanti morti di Covid-19, la paralisi sanitaria, l’inerzia politica sotto tanti aspetti! Queste cose le ha denunciate proprio lei!
Le donne che credono nella meritocrazia e competenza, quando rivendicano la loro
presenza negli esecutivi, nei ruoli apicali, lo fanno con dignità e assertività. A volte premia più una mezza verità che una triste bugia, ma dire la verità significa avere coraggio, perché, come diceva Borsellino: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.
Giuditta Lembo – Consigliera di Parità delle Province di Campobasso e Isernia