Basta morire sul lavoro, basta solo parole, basta anche impegni per la prevenzione che non diventano poi prassi quotidiana. Serve una nuova cultura della salute e della sicurezza, per tutti, ovunque, in qualsiasi contesto lavorativo.
“Gli incidenti sul lavoro sono inaccettabili, un lavoratore che non fa ritorno a casa è non solo un lutto familiare ma una sconfitta per l’intera società; nessuno può voltare la testa dall’altra parte, tutti siamo chiamati a sentirci responsabili: le istituzioni, il sindacato, le aziende, l’Inail, l’ASL… “questa la prima reazione della segretaria della UIL dopo l’ultimo tragico incidente sul lavoro avvenuto in Molise.
Servono azioni congiunte ed efficaci, prosegue, sia sul versante della prevenzione e della percezione del rischio per lavoratrici e lavoratori, sia sul versante dei controlli e delle ispezioni da parte degli organismi competenti, (nel caso Molise si tratta di un appalto pubblico, tanto per dire quanta strada ancora, da noi dobbiamo fare). Da tempo chiediamo, insieme alle altre organizzazioni sindacali, di rivedere il “codice degli appalti” perché spesso, sicurezza e appalti, sono un incrocio pericoloso, infatti, quando si mira alla riduzione dei costi spesso aumentando i rischi.
Viviamo in una regione dove la mancanza di lavoro e il peggioramento delle condizioni di lavoro mettono i lavoratori in una condizione di maggiore ricattabilità, tanto che spesso pare che sia quasi “normale” lavorare in condizioni di palese pericolosità, la pandemia ha messo in evidenza le numerose criticità, rendendo ancora più determinante e prioritario il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Occuparsi di lavoro è la battaglia del sindacato, ZERO morti sul lavoro è l’obiettivo della UIL, una battaglia per il lavoro sicuro che è anche una battaglia di civiltà, dichiara la leader della UIL Boccardo.
“E’ importante che la Regione Molise attivi la commissione regionale/osservatorio sulla prevenzione e sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro.
Dopo l’ultimo evento accaduto in Molise su un viadotto nei pressi del Comune di Campomarino (tutta la Uil molisana si stringe alla famiglia) ribadiamo ancora una volta che è fondamentale porre al centro dell’attenzione il tema della sicurezza sul lavoro non solo per il mondo del lavoro ma per l’intera società civile, bisogna alzare l’attenzione sul fenomeno delle “morti bianche” (che poi anche questo è un modo vergognoso di ridimensionarne l’impatto emotivo),ogni vita persa è un’immane tragedia.”
“Anche gli infortuni, prosegue la sindacalista, rappresentano una inaccettabile realtà, soprattutto perché la maggioranza degli incidenti avviene durante lo svolgimento delle proprie mansioni specifiche, mentre i casi in itinere si attestano intorno al 20% circa. I settori purtroppo maggiormente interessati da incidenti mortali avvenuti in occasione “propria” di lavoro, continuano a rivelarsi nell’industria, prevalentemente meccanica, nelle costruzioni, nei trasporti e nell’agricoltura e in questo anno di pandemia sono tante le denunce per infortuni da Covid 19 ( in prevalenza femminile) nel settore socio assistenziale e sanitario, anche in Molise.”
“Bisogna aggredire un fenomeno così inaccettabile e drammatico. E per farlo serve unità e maggiori investimenti in prevenzione, salute e sicurezza, oltre alla necessità di concentrare gli interventi di sostegno agli investimenti delle aziende e di diffusione della cultura della sicurezza, anche attraverso interventi formativi ed informativi ad hoc.
Il Sindacato confederale, che da sempre ha al centro dell’attenzione questa tematica, saprà ben decidere, presto, una nuova e intensa stagione di mobilitazione, per dibattere, per confrontare strategie, per sensibilizzare e mobilitare lavoratrici e lavoratori, per pretendere impegni precisi dai datori di lavoro, per motivare e orientare ancora meglio l’azione delle amministrazioni deputate al controllo, della stessa politica.
“ZERO MORTI SUL LAVORO” è per tutti. E’ per chi ha perso la vita. Per chi ci è andato vicino. Per chi è a rischio. Per le lavoratrici e i lavoratori tutti”, conclude Boccardo.
—