Boccardo (UIL): un bilancio regionale di previsione in chiaro – scuro

“C’è anzitutto una questione di metodo e di tempi” Questa la primissima osservazione di Tecla Boccardo, leader della UIL molisana, relativamente al Bilancio di previsione 2018-2020 approvato dalla Giunta, su cui quest’oggi, 27 dicembre, c’è stato in Commissione regionale un confronto con il Sindacato “che sembra più un atto dovuto che una scelta di metodo condiviso.”

“Ma davvero- chiede la Segretaria generale – tutti gli anni ci si deve ridurre a fare una corsa per consultare le parti sociali (senza poi farne molto del loro parere), inviando a fine anno pagine e pagine, tabelle e numeri, con pochi giorni di anticipo? Non si tratta, quando ci si occupa del documento programmatico pluriennale della Regione, di un atto burocratico: qui si devono rendere esplicite le scelte, disegnare un percorso, esporre un’idea forte e vincente di sviluppo del territorio, impostare l’economia e candidarsi a guidarne la ripresa, individuare i bisogni della popolazione e programmarne la soluzione. Già: un’idea forte per il Molise, da cui dipende in larga misura la sua stessa sopravvivenza come entità regionale autonoma e autorevole ai tavoli romani e credibile fra le sue genti. Ma, in fondo in fondo, è proprio questa idea forte che si fa fatica a percepire, anche in questa occasione!”

Ma allora eccolo, nel merito, il giudizio della UIL: “E’ un documento in “chiaro scuro”, che presenta delle zone “bianche”, ma al contempo “zone grigie” tendenti al nero. Anche se, complessivamente, non rappresenta un documento di svolta per lo sviluppo e la coesione del territorio. Come UIL, invece, riteniamo che si debba cambiare verso alle politiche finora messe in campo, con un piano di sviluppo di valenza triennale che affronti i temi dello sviluppo, della crescita, dell’occupazione e de benessere sociale.”

“Non c’è traccia, ad esempio,di quei provvedimenti volti alla diminuzione del carico fiscale regionale che, così come disegnato, si prefigura come una “fiscalità di svantaggio” per cittadini e imprese. Occorre, invece, un fisco regionale più equo che superi le attuali diseguaglianze ed iniquità, soprattutto per i redditi medio bassi, così come vanno ridotte selettivamente le aliquote dell’IRAP alle imprese che assumono per ridare competitività alle aziende e rendere un po’ più attrattivo di investimenti il Molise. D’altra parte, non si programmano nemmeno le risorse per investimenti pubblici e per attrarre investimenti privati, dal momento che la spesa in conto capitale di competenza diminuisce del 7,6% rispetto alle previsioni definitive della spesa del 2017.”

E continua l’analisi puntigliosa della UIL: “Gli investimenti e lo sviluppo sono demandati essenzialmente alla spesa dei fondi strutturali europei e del fondo sviluppo e coesione. È proprio qui, però, che occorre accelerare e qualificare la spesa dei fondi comunitari e quella prevista per gli interventi del Patto per il Sud. Anche per questo è una scelta disgraziata il ricorso all’esercizio provvisorio: in questa condizione si rallenta, anziché accelerare, il processo della spesa per investimenti. Tra l’altro, spendere presto e bene le risorse a disposizione per lo sviluppo e la coesione sociale porterebbe ad avere anche un impatto maggiore in termini di aumento della ricchezza prodotta (PIL, che da noi dà qualche segno di vita anche se la produzione ed i posti di lavoro crescono assai meno) e di benessere dei cittadini.”

“Sul versante delle uscite – continua l’analisi della UIL -preoccupa il fatto che nel Bilancio alcune “missioni” di spesa sono in forte diminuzione rispetto al 2017. Meno soldi per la sanità: finanziamenti tagliati del 5,9%, nonostante l’aumento a livello nazionale delle risorse per il diritto alla salute, con il rischio di non assicurare ai molisani i livelli essenziali delle prestazioni. Un disastro per il turismo: non si capisce proprio lo scarso livello (16 milioni di euro per il prossimo anno) ed ancor meno la diminuzione della spesa per un settore economico che necessita invece di sostegno e rilancio. Un colpo di scure per le politiche giovanili (dai 1,3 milioni di euro ai 393 mila euro per il prossimo anno) e per l’istruzione e il diritto allo studio (si passa dai 51,5 milioni di euro delle previsioni definitive di spesa del 2017 ai 12 milioni di euro per il prossimo anno): come se da noi non ci fosse una “emergenza giovani”. Tagli delle disponibilità per lo sviluppo sostenibile e la tutela ambientale (si passa dai 72,5 milioni di euro delle previsioni definitive di spesa di quest’anno ai 36,7 milioni di euro per il 2018: esattamente la metà!), ma anche per l’assetto del territorio ed edilizia abitativa (possibilità di spesa sostanzialmente azzerata!)”.

Al Sindacato, chiamato ad esprimere un parere, non basta certo che sia sostanzialmente invariata la spesa per il settore sociale (che comunque incide solo per lo 0,9% del totale della spesa per sevizi della Regione): “Si tratta dell’appostamento di risorse assolutamente inadeguate, e che peraltro andrebbero tutte riorientate, rispetto al disagio sociale diffuso e crescente (la percentuale di molisani che vivono al di sotto della soglia di povertà è doppia rispetto alla media nazionale), a cui fa fronte, sostanzialmente, solo il volontariato. Come UIL chiediamo un diverso passo per il finanziamento dei servizi sociali con un piano di graduale aumento della spesa per i prossimi anni. Meno male che recentemente si è giunti all’istituzione del fondo per la non autosufficienza, che raccoglie le richieste del sindacato, anche se riteniamo esigua la somma stanziata (500 mila euro). Aumenta, dopo i tagli operati negli anni scorsi, la spesa per il soccorso civile che passa dai 63 ai 66 milioni di euro per il 2018 (qualcosa di più si poteva forse fare) e registriamo che c’è qualche incremento di spesa per la tutela e valorizzazione dei beni culturali.”

“C’è l’aumento consistente (53,2%) della spesa degli investimenti per lo sviluppo economico la competitività che toccheranno i 144 milioni di euro per il prossimo anno: speriamo che a qualcosa serva. Così come registriamo l’aumento della spesa per il fondo per le politiche per il lavoro e la formazione professionale che passa dai 14,4 ai 16,3 milioni di euro per il 2018, anche se su questo capitolo occorrono investimenti maggiori che non il misero 1% del totale della spesa del Bilancio regionale, come è adesso. Come UIL continuiamo ad insistere che sul tema del lavoro e della formazione occorre un deciso cambio di passo, che ad oggi viene solo abbozzato. Noi non vogliamo politiche attive che sostituiscono le politiche passive e divengono area di parcheggio per coloro che non hanno trovato una ricollocazione. La vera sfida sta nel saper coniugare le politiche attive con le politiche industriali, per non bruciare le risorse e perdere le opportunità di sviluppo e rilancio dell’economia del territorio.”

Alcune altre annotazioni sul Bilancio da parte della UIL:“Abbiamo letto dell’aumento della spesa per l’agricoltura che cresce del 23%, passando ad uno stanziamento di 15,9 milioni di euro per il prossimo anno: è un settore economico da sostenere e da cui può derivare una ripresa dell’economia complessiva del nostro territorio. Dovrebbe andare un po’ meglio per il sistema del trasporto “collettivo” con l’aumento della spesa per il prossimo anno del 21%, rispetto alle previsioni definitive di spesa del 2017 (che però non compensa le drastiche riduzioni degli anni passati) anche se tutti sappiamo come qui vada tutto riprogrammato, fra licenziamenti e stipendi mancati agli operatori, gare per assegnazione degli appalti, disagi degli utenti.” E la UIL incalza:“Ma di tante altre riforme necessarie e di riprogrammazione di interi settori dell’economia molisana avremmo voluto poter parlare, anche in questa occasione di confronto sul bilancio di previsione: dallo IACP alla sicurezza, dagli appalti alle partecipate, dai consorzi alla Pubblica Amministrazione.”

Boccardo sintetizza così la valutazione del suo Sindacato: “Una manovra di Bilancio che rischia di non cogliere i problemi del Molise e dei molisani, che alcune cose le fa ma altre le tralascia, che non pare proprio avere l’ampio respiro della programmazione di cui si avverte il bisogno, che non sembra proprio presentare alcuna idea forte per affrontare il tema dello sviluppo e cogliere l’obiettivo del benessere sociale. Temiamo sia, questa del bilancio programmatico triennale, un’occasione mancata!”

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