“Sul fronte del virus, anche in Molise la situazione è seria, molto seria. Ma non sembra che, chi dovrebbe prendere in mano la situazione, se ne avveda. Sperando, forse, che tutto prima o poi si sistemi da sé. Sono anni che così si procede da noi, fra irresponsabilità e fatalismo, perché mai questa volta dovrebbe andare diversamente?” Amara denuncia, quella della Boccardo, che torna, come periodicamente fa, sul tema della sanità molisana malata, al collasso praticamente.
“In questa seconda ondata, salgono i contagi ovunque e questa volta la corsa del virus non risparmia neppure il Molise. Se questo trend continuerà anche nelle prossime settimane, la fase di ‘contenimento’ dell’epidemia sarà sempre più complicata. Cresce pertanto la preoccupazione tra gli operatori sanitari che a breve saranno inondati dall’ulteriore sovraccarico della stagione influenzale. Serve, URGENTEMENTE, un potenziamento dei servizi territoriali – nostra vera carenza strutturale – e rendere ancora più efficienti le attività di testing e tracing (in buona sostanza i tamponi ed il tracciamento dei contatti avuti da chi risulta positivo).”
“A 8 mesi dall’emergenza– continua l’analisi della leader della UIL – sembra che non si sia ancora imparata la lezione: i lavoratori lamentano la carenza dei dispositivi di protezione e non si conosce ancora qual è la situazione per i vaccini al personale sanitario. Nel frattempo, fra la popolazione crescono preoccupazioni e lamentele per il mancato potenziamento delle USCA, le unità speciali di continuità assistenziale, nate con il compito di seguire i casi sospetti o conclamati di Covid-19 direttamente a casa.
Ancor più fallimentare, nella nostra regione, l’operazione per assumere infermieri di famiglia, prevista a maggio dal decreto rilancio. Queste nuove figure professionali dell’ambito sanitario,assunte per rafforzare il territorio e diventare una nuova figura di riferimento per le famiglie, avrebbero potuto essere ulteriormente incrementate grazie alle disponibilità economiche messe a disposizione dal decreto. Ma da noi, a tutt’ora, poco si è fatto. Il Molise è in ritardo anche rispetto ai posti letto per terapie intensive: sono 26 i posti che non sono stati ancora attivati, nonostante i ventilatori siano stati inviati e altri siano disponibili, come dichiarato alla stampa dal commissario nazionale Arcuri.”
Di tutto questo ci si dovrebbe occupare, su questi temi ci dovrebbe essere un confronto ed un dibattito in corso. Ma così non è, fa rilevare la Segretaria generale della UIL Molisana. “Continua, purtroppo, l’assenza di un reale confronto della Regione con gli operatori sanitari che operano in prima linea. La Regione non ha fornito risposte alle richieste avanzate dal sindacato, in particolare per quanto riguarda la necessità di un immediato incremento degli organici tramite assunzioni in grado di rafforzare il sistema sanitario regionale pubblico. Con il rischio che, in questa difficile fase nella quale vanno potenziati i servizi per l’emergenza e si potrebbe dover sopperire alle assenze di personale positivo sintomatico, la carenza di personale spinga la regione a sospendere nuovamente le attività non urgenti.”
Per questo, anche per questo, la Sindacalista della UIL ribadisce la richiesta da tempo avanzata unitamente a CGIL e CISL: “convocare tavoli permanenti di confronto sindacale sulla gestione dell’emergenza e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro a livello regionale ed aziendale. Per garantire che la sanità non vada in crisi, serve individuare senza ulteriore ritardo percorsi che consentano d’investire subito in assunzioni, strumentazioni e spazi e conoscere i nuovi Piani d’emergenza.”