Se ne sono accorti anche alcuni governatori e Ministri del centrodestra. La riforma dell’autonomia differenziata, così come è stata votata, non fa bene all’Italia, soprattutto al Meridione e ancora di più al piccolo e povero Molise. Più soldi alle regioni del Nord, meno servizi essenziali al Sud, senza alcuna, reale garanzia di compensazione.
E mentre partiti, sindacati e rete dell’associazionismo si stanno mobilitando per la raccolta delle firme necessarie a chiedere il referendum abrogativo, altrettanto stanno facendo le cinque regioni a guida centrosinistra (Sardegna, Toscana, Puglia, Emilia Romagna e Campania) che stanno approvando nei rispettivi consigli regionali la richiesta di referendum, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione e a norma della legge n. 352/1970).
E ancora una volta, oggi pomeriggio nell’Aula di Palazzo D’Aimmo, ho cercato, insieme ai colleghi del Pd e al collega Romano e dei 5 Stelle che hanno presentato un atto affine, di far comprendere alla maggioranza di centrodestra che è il momento di dimostrare come gli interesse del Molise sono superiori a quelli di “fedeltà” al Governo nazionale, votando la proposta di deliberazione di cui sono prima firmataria per chiedere, insieme alle altre cinque regioni, di far decidere, attraverso lo strumento referendario, agli italiani e ai molisani se accettare o meno la cosiddetta “secessione dei ricchi”.
Gli atti passano ora all’attenzione della Prima Commissione, dove speriamo, a seguito di un confronto franco e costruttivo tra i diversi consiglieri e nell’unico interesse del Molise e dei molisani, possa essere portata in tempi brevi in Consiglio la proposta di deliberazione per richiedere, insieme alle altre regioni, il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata.
Perché vani sono stati tutti i tentativi esperiti finora dal centrodestra di dimostrare che l’autonomia differenziata farà bene e porterà vantaggi al Sud, senza la definizione e il finanziamento preventivo dei livelli essenziali di assistenza, senza alcuna garanzia presente e futura.
E già da ora annunciamo anche la presentazione di richiesta per il referendum di abrogazione parziale della legge, per eliminare dal testo le disposizioni più vessatorie per le regioni più deboli.
È il momento di tenere la schiena dritta, è il momento di dimostrare con i fatti e con gli atti di voler bene al Molise.
Micaela Fanelli