Un argomento che ai più dice poco, ma che inevitabilmente inciderà sulla vita di tutti – e negativamente – se dovesse passare la proposta del Ministro Calderoli e della Lega Nord sull’autonomia differenziata.
In Consiglio regionale, abbiamo registrato una presa di posizione da parte del Presidente Toma, che dopo le dichiarazioni non troppo chiare rilasciate a Lipsia, ha precisato che ha sottoposto al Governo la mozione sulla presa di posizione che il Consiglio regionale, su mia proposta, ha votato all’unanimità a febbraio 2019.
Sostanzialmente, il documento avanzato da Calderoli, per quanto si legge dalla stampa, riprende il tema della destinazione dei proventi delle tasse meno solidale. Più destinata alle regioni ricche.
Al contrario, la posizione assunta dal Consiglio regionale su mia proposta già tre anni fa, afferma che prima bisogna individuare, assicurare e garantire i lep attraverso una perequazione reale e solidale, soprattutto per le regioni rimaste indietro sulla strada dello sviluppo come il Molise. Diritti uguali per sanità, scuola, infrastrutture.
Cosa abbiamo chiesto nello specifico al Governo?
Che si porti avanti, d’intesa con le Regioni, un accordo che parta dalla fissazione e la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, così come impone l’articolo 117, lettera m, della Costituzione.
Quindi che la previsione del trasferimento di risorse sulle materie assegnate alle regioni sia ancorato esclusivamente a oggettivi fabbisogni territoriali, escludendo ogni riferimento ad indicatori di ricchezza e che i principi di coesione e solidarietà fra le Regioni siano caratterizzati dalla salvaguardia dei trasferimenti finanziari a fini perequativi.
Per farlo, forte spazio alla perequazione, in primis infrastrutturale.
Un’importante presa di posizione di tutta l’Aula, che ringrazio ancora una volta, che ha impegnato Toma anche a promuovere, presso il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Consiglio dei Ministri e la Conferenza delle Regioni, un’adeguata ripresa della legge n. 42/09, ivi inclusa la definizione dei costi standard, e del principio di cui all’articolo 9, lettera g), comma 3, secondo cui la ripartizione del fondo perequativo tiene conto, per le regioni con popolazione al di sotto di una soglia da individuare con i decreti legislativi, del fattore della dimensione demografica in relazione inversa alla dimensione demografica stessa.
Cioè, l’autonomia differenziata non può lasciare indietro nessuno, specialmente il Molise che sconta ritardi sociali e infrastrutturali enormi rispetto alle altre regioni, soprattutto con quelle del Nord governate dal centrodestra che vorrebbero mantenere sul proprio territorio gran parte del loro gettito fiscale.
Dunque, mi auguro che il Presidente Toma, la Giunta e anche il segretario regionale della Lega Maroni difendano i diritti e le esigenze del Molise in ogni sede, dalle segreterie nazionali, alla Conferenza delle Regioni e soprattutto nei confronti del Governo nazionale, subordinando “ogni tipo di intesa che preveda trasferimenti di poteri e risorse ad altre regioni alla preventiva definizione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (art.117, lettera m), della Costituzione”, così come recita la mozione, ricordo ancora una volta, votata all’unanimità da tutte le forze politiche.
E’ programmato già da questa settimana un nuovo incontro delle regioni. Pare Calderoli voglia procedere in due step. Ma per farlo ora dovrà tenere conto della mozione che definisce con chiarezza cosa pensa il Molise.
Da parte mia, da parte del Partito Democratico che è sempre stato chiaro sull’autonomia differenziata e sulla sua matrice solidaristica, non molleremo di un millimetro, affinché il Meridione e il Sud abbiano quel che la Costituzione riconosce a tutti: uno stato che offre pari dignità e possibilità in ogni territorio.