“A pochi giorni dalle elezioni sarebbe una ottima notizia per i cittadini, e una scelta di grande responsabilità da parte dei Governatori, se le Regioni approvassero, contrariamente ad ogni previsione, il Decreto Tariffe nella prossima seduta della Conferenza Stato Regioni convocata per il 28 settembre”, è quanto afferma Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva che, insieme alle circa 110 organizzazioni del proprio Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici, annuncia mobilitazioni nei prossimi giorni per sollecitare questa approvazione.
Una decisione che finalmente sbloccherebbe i Lea del 2017 e darebbe via libera a tutte le innovazioni che, nel frattempo, già sono state approvate ma che non possono entrare in vigore a causa dello stallo creatosi. I cittadini vedrebbero così riconosciuti, ovunque risiedono, i propri diritti ed in particolare prestazioni ad oggi garantite extra Lea solo in alcune regioni, ad esempio: la PMA in regime ambulatoriale; l’adroterapia (radioterapia ad alta tecnologia per alcuni tumori resistenti ai tradizionali trattamenti); gli screening neonatali estesi per la diagnosi di altre malattie genetiche come la Sma; gli esami diagnostici per la celiachia; prestazioni di diagnosi e cura per la fibromialgia (ancora in attesa di inserimento nell’elenco delle malattie riconosciute), come anche per la Sindrome di Sjogren Primaria Sistemica e per l’Apnea Ostruttiva nel Sonno; ausili e protesi come gli apparecchi acustici a tecnologia digitale, spesso destinati a bambini, dispositivi e software di comunicazione alternativa, tastiere adeguate per persone con disabilità grave, ma anche carrozzine, sollevatori e carrelli servoscala di ultima generazione.
“Oggi infatti molte prestazioni previste nei Livelli essenziali di assistenza emanate nel 2017 sono erogate solo in alcuni territori, con la conseguenza che l’accesso alle stesse è diversificato non solo fra regioni ma anche fra singole Asl”, prosegue Mandorino. “Una situazione che penalizza soprattutto chi risiede in Regioni in Piani di rientro – che non possono erogare prestazioni extra Lea anche qualora lo vogliano – con doppio danno per i loro cittadini costretti a migrare, se possono permetterselo, verso altri territori. In barba ai principi di universalismo e solidarietà del nostro Servizio sanitario e soprattutto una spinta che dobbiamo frenare al più presto, grazie anche ai cittadini e alle cittadine, il cui impegno ed attivismo sarà fondamentale per il futuro del nostro Paese, come richiamiamo nel testo del Manifesto che abbiamo appena diffuso”.