Nel quadro nazionale, la buona notizia della crisi del renzismo non è sfociata in una direzione favorevole alle ragioni del mondo del lavoro, di progresso sociale e civile, ma è stata capitalizzata diversi populismi reazionari: dal M5S, in particolare nel Sud e nelle Isole, e da una destra a trazione Salvini, in particolare nel Nord.
Anche nel Molise come in genere al Sud, il M5S ha capitalizzato la combinazione dello sfaldamento dei vecchi potentati clientelari e del richiamo della bandiera del cosiddetto reddito di cittadinanza, sino a raggiungere risultati da plebiscito ben oltre il quadro nazionale, superando da solo l’intera coalizione della destra rimasta ancorata alle vecchie consorterie di potere della borghesia molisana.
La sinistra, nel suo insieme, è pesantemente marginalizzata dal nuovo scenario nazionale e così pure nel Molise; anche se il circa il 5-6% dell’elettorato anche nel Molise quanto meno ha espresso un orientamento verso sinistra di cui va colto lo spirito positivo.
Da esso occorre ripartire, ma – noi proponiamo – costruendo un percorso unitario su una prospettiva diversa da quella “satellitare al PD” (LEU); da quella “riformista” riproposta da PaP basata su rivendicazioni immediate ((Je so’ Pazzo, Rifondazione Comunista, PCI, Eurostop…) già fallite col “bertinottismo” e che rimangono illusorie perché prive di un progetto generale anticapitalistico e di classe; da quella del PC stalinista di Marco Rizzo, di impronta nordcoreana, e di vuota nostalgia iconica, senza reale linea e proposta di massa, con diversi elementi equivoci (ad esempio sull’antifascismo, sui migranti, sui diritti civili…) mirati volutamente ad ammiccare ad un elettorato “trasversale”.
La lista “Per una sinistra rivoluzionaria”, che il P.C.L. ha promosso assieme ai compagni e alle compagne di Sinistra Classe Rivoluzione, è stata l’unica reale presenza anticapitalista, classista, internazionalista, ma ha registrato un risultato molto negativo, e qui nel Molise per varie circostanze non è stata presentata.
Da rivoluzionari non rimuoviamo la realtà, né vogliamo abbellirla, anche se molti fattori hanno militato contro di noi: la deriva reazionaria per l’arretramento della coscienza di classe, la concorrenza inedita di tre formazioni a sinistra del PD molto più equipaggiate per forza organizzata o proiezione pubblica, un simbolo e di sinistra rivoluzionaria ma in assenza di una chiara connotazione comunista per l’accordo di cartello elettorale, l’abuso di potere subito per la riduzione drastica degli spazi mediatici rispetto a quelli spettanti.
Ma da marxisti rivoluzionari non ci facciamo demotivare da un risultato elettorale: faremo un bilancio e agiremo di conseguenza rimboccandoci ancora di più le maniche, anche nel Molise. I risultati elettorali non sono mai la misura delle bontà delle ragioni sostenute, e le nostre rimangono aderenti alla realtà oggettiva.
Ciò che manca è sul piano soggettivo: la ripresa di un’opposizione sociale di classe e di massa che scomponga questi blocchi sociali reazionari e segni nuovi rapporti di forza, senza la quale l’intera situazione politica continuerà ad avvitarsi lungo la china antisociale in atto. Non ci sono scorciatoie politiciste o marchingegni elettorali che possano aggirare questa verità.
Il sistema capitalista italiano non ha superato la sua crisi di governabilità, sia con il M5S sia con Salvini: e comunque si tratterà solo di vedere chi si intesterà, in Italia come nel Molise, i nuovi programmi antisociali e antioperaia imposti dal capitale finanziario e furbescamente rimossi in campagna elettorale da tutti i principali attori.
Tanti nuovi compagni e compagne hanno preso contatto con il nostro partito durante la campagna elettorale nelle varie parti d’Italia, come alcune realtà di classe di avanguardia a livello di fabbrica. Perciò anche nel Molise il nostro difficile lavoro controcorrente di costruzione e radicamento continuerà, nell’interesse obiettivo del movimento dei lavoratori e dell’unica possibile soluzione alternativa: anticapitalista e rivoluzionaria.
Lì, 09/03/2018 P.C.L. MOLISE