Uno dei primi punti di discussione all’ordine del giorno della seduta del Consiglio Regionale di quest’oggi ha riguardato l’interrogazione, presentata dal consigliere regionale ed esponente del MoVimento 5 Stelle, Roberto Gravina, sull’inserimento dell’ex-Hotel Roxy nel Piano delle alienazioni immobiliari decisa dall’attuale governo regionale con la delibera di Giunta regionale dello scorso 1° settembre.
«La delibera di Giunta sull’inserimento dell’ex-Hotel Roxy nel Piano delle alienazioni immobiliari portata in Consiglio per l’approvazione, anche dopo la presentazione odierna affidata al consigliere relatore Di Pardo, continua a non convincerci affatto, – ha spiegato il consigliere Gravina – perché davvero tante sono le incongruenze che emergono su quelli che dovrebbero essere gli intendimenti reali e su quelle che invece sono state le modalità adoperate per affrontare il tema dell’ex Hotel Roxy. Appare chiaro – aggiunge Gravina – come l’inserimento dell’ex Hotel Roxy nel bando Invimit è qualcosa da valutare più come una remota e lontana eventualità che come qualcosa che possa portare risvolti concreti, inducendoci a pensare che molto più prosaicamente l’intenzione della Giunta regionale è quella di iscrivere, attraverso l’alienazione, il valore del bene a bilancio, valore che anche in questo caso sorprendentemente resta quello di quando venne acquistato, per far quadrare in qualche modo nell’immediato i conti dell’ente regionale. Anche dell’ipotesi di cui si è parlato di riconversione in studentato universitario dell’immobile o addirittura a sede della Corte dei conti, nella delibera, ovvero un atto di amministrazione e governo, non viene riportato alcunché.
Con l’inserimento dell’ex-Roxy nel Piano delle alienazioni immobiliari – ha sottolineato Gravina – l’unica cosa certa è che politicamente l’amministrazione regionale abbandona, almeno per ora, il progetto di riconversione della struttura ad uffici regionali e, allo stesso tempo, soprattutto, mostra di ignorare anche per il futuro, suggestioni del bando Invimit a parte, quell’aggiornamento dell’Accordo di Programma tra Regione Molise e Comune di Campobasso del 2010 in cui si tenevano in debito conto le esigenze espresse dalla collettività che manifestava apertamente la contrarietà ad una cementificazione dell’area di sedime dell’ex stadio Romagnoli ed alla conseguente necessità della città alla conservazione a verde dell’area. Si decide così di edificare una delle ultime aree a verde della città di Campobasso, ovvero quella dell’ex Romagnoli. Questo atto voluto dal governo regionale purtroppo sancisce, lo dico senza voler utilizzare questo tema per fare polemiche strumentali, il mancato coinvolgimento preventivo della comunità locale e dell’amministrazione del capoluogo.»