L’impegno profuso dai promotori della Marcia Nazionale della Pace a Campobasso non ha toccato più di tanto la classe dirigente molisana, apparsa distratta, distaccata e presa da posizionamenti tattici e discussioni interne incomprensibili e lontane dai problemi dei cittadini. Fraternità, dialogo e pace sono valori che non trovano una traduzione agevole in una regione in cui con un avvocato a famiglia bisogna incentivare le liti, le discordie e le incomprensioni fomentandole ad arte per accentuare scontri, contrasti e spaccature.
Ai molisani non interessano le motivazioni di questa o quella istituzione, parte politica o amministrazione pubblica. Ai cittadini preme avere risposte sulle loro difficoltà più gravi, sugli sfratti che sono aumentati, sulla povertà che va contrastata, sul lavoro, sulle cure sanitarie, sui trasporti, sull’assistenza ai più deboli e sullo sviluppo.
La classe dirigente è chiamata a risolvere i problemi, ad affrontarli con impegno, a fare squadra come territorio per sollecitare il Governo a fare la propria parte e a promuovere soluzioni unitarie da ricercare col dialogo trasparente, col confronto e con la condivisione.
Il Partito Democratico è obbligato a svolgere con determinazione i propri compiti a ogni livello mettendosi al servizio dei cittadini, delle imprese, dei giovani e dei malati.
Pietro Maio