ACC, Stellantis: A Termoli si passa dalla Gigafactory alla …promessa delle briciole. Il commento della CGIL

“Nel bel mezzo del cammin di nostra vita e nel bel mezzo dei grandi processi che riguarderanno le transizioni ecologiche e industriali, il Molise piomba in uno dei più pericolosi gironi infernali e accusa un colpo che rischia, questa volta, di essere veramente ferale per il futuro della nostra Regione”. Questa la riflessione a caldo del Segretario della CGIL Molise Paolo De Socio a margine dell’incontro ministeriale che, “ …di fatto, ha annunciato la sospensione a data da destinarsi del progetto Gigafactory di Termoli”.

“In un sol colpo – continua De Socio – i vertici di ACC hanno cancellato i principi basilari di responsabilità sociale e di rischio d’impresa
annunciando che siccome non sono in grado di proporre un prodotto funzionale dal punto di vista delle prestazioni e della competitività economica, infischiandosene di Termoli, del Molise e di quanto finora promesso, sospendono il progetto di Gigafactory in Molise e in Germania (lasciando attivo quello in Francia…guarda un po’…), in attesa di testare un prodotto che dia maggiori garanzie per la commercializzazione nel mercato globale”.

“Gli acquirenti di queste nuove e ingegneristiche batterie i cui prototipi dovrebbero iniziare a circolare nel gennaio 2025 dovrebbero essere – racconta ancora De Socio – in prima battuta Mercedes e Stellantis, cioè quelli che compongono la cordata ACC e che “candidamente”, dopo svariati annunci trionfalistici e dopo una serie di tavoli aziendali e istituzionali, hanno ammesso proprio in sede ministeriale quello che noi diciamo da tempo : la Cina, la Corea, l’India sono avanti anni luce nel campo della ricerca e dell’innovazione tecnologica e proprio per questo risultano privilegiati nel famigerato Mercato dell’elettrico”. “Non sono mancati gli strali, in realtà provenienti da più parti – continua il
Segretario CGIL – riferiti ai tempi e alla necessità della transizione ecologica che come la CGIL ha più volte sostenuto, è un processo ineluttabile seppure si riuscirà ad ottenerne la dilazione nel tempo. Questo non può essere un’alibi per lasciare le cose così come sono e per ascoltare uno striminzito accenno di piano industriale da parte di Stellantis, che dopo aver avviato dismissioni e casse integrazioni a Termoli si presenta al tavolo con briciole tese a “garantire” la continuità di un motore ibrido per la Panda”.

“La parte politica ha provato a fare la sua parte, – racconta ancora De Socio – rendendosi conto, forse in maniera tardiva, che non basta aggiungere la frasetta made in Italy al nome di un Ministero per rilanciare le politiche industriali e la produzione italiana; non basta nemmeno mettere sul piatto qualche centinaio di milioni di euro difronte a un colosso che, in piena crisi, ha fatturato 42 miliardi di euro producendo quasi 3 miliardi di utile. Forse sarebbe bene avviare anche qualche riflessione su cosa significa Ministero dello sviluppo e dell’impresa, una denominazione che sembra voler affermare l’improbabile principio che è solo l’impresa a creare sviluppo e non il lavoro”.

“Quella stessa impresa – chiosa ancora la CGIL – che poi, in mancanza di chiari indirizzi legislativi e ossessionata dalla logica del profitto, mantenendo viva la buon’anima di Marchionne, si sente libera d fare e sfare, localizzare e delocalizzare produzione e investimenti fregandosene della carne viva di donne e uomini, lavoratrici e lavoratori e del benessere del territorio”.

“In Molise – conclude De Socio – il tavolo costituito nelle scorse settimane per affrontare la delicata questione della crisi automotive deve essere immediatamente convocato e magari allargato all’intero partenariato, all’intera platea politica e a Regioni vicine come l’Abruzzo che rischia un impatto derivante dalla crisi dell’indotto ancor più devastante di quello molisano. La CGIL, invitando le categorie sindacali a mantenere il profilo unitario che ha caratterizzato le ultime manifestazioni, resta a disposizione per qualsiasi momento di confronto anche per iniziare a valutare piani straordinari di ammortizzatori sociali. La CGIL, per ridare il giusto peso al potere contrattuale dei lavoratori e del lavoro in questa delicata vicenda, auspica momenti collettivi e nazionali di mobilitazione che non escludano nessuno strumento di lotta e rivendicazione del sacrosanto diritto al lavoro”.

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