L’8 marzo è un’occasione per rafforzare la lotta contro le discriminazioni e le violenze, un momento per riflettere sui passi da compiere in avanti ma anche sui passi indietro ai quali, in materia di parità e di diritti, sempre più spesso ci troviamo ad assistere. L’espandersi del fenomeno di femminicidio, il perpetrarsi di violenze e maltrattamenti fisici e psicologici, spesso consumati nell’ambito della famiglia, l’aumento di denunce per stalking, sono solo alcuni dei segnali di una società che sta andando nella direzione sbagliata.
A questi si aggiunge, purtroppo, l’assenza delle istituzioni che si rispecchia anche, ad esempio, nella mancanza di un’adeguata presenza sui territori di centri d’ascolto e d’accoglienza per le donne in difficoltà.In ultimo, ma non da ultimo, una riflessione su quella che è la negazione di diritti acquisiti attraverso lotte e consultazioni popolari. È il caso della 194, una legge che c’è, ma che soccombe di fronte a chi ha la responsabilità di farla funzionare e non garantisce, però, l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza attraverso un numero adeguato di ginecologi, anestesisti e personale non medico non obiettore. Una situazione tanto delicata quanto grave che equivale a mettere le donne in pericolo costringendole ad una via crucis lunga e dolorosa alla ricerca di una struttura disponibile o, quando va peggio, all’aborto clandestino.
Non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo tornare indietro nel tempo . Ecco perché l’8 marzo deve rappresentare un’occasione per reclamare una svolta visibile che deve essere in cima a tutte le agende politiche di ogni ordine e grado, tenendo ben presente che senza un’educazione alla condivisione su piano paritario e sul piano delle relazioni sociali non si va da nessuna parte.
Nella convinzione che riportare l’attenzione sulla questione femminile rappresenta un interesse non solo per le donne stesse ma per l’umanità intera,auguri a tutte!
Maria Rosaria La Marca, responsabile Laboratorio IdV Molise per le politiche di genere