Nell’appassionato incontro col mondo dell’agricoltura e del lavoro del 5 luglio all’Università di Campobasso, Papa Francesco nel sostenere che non c’è dignità senza lavoro, ha lanciato la proposta di un PATTO PER IL LAVORO per il Molise, al fine di salvaguardare intere comunità locali di aree interne e montane ascrivibili alla marginalità della periferia italiana. Già Susanna Camusso, segretario generale nazionale della CGIL concludendo la MARCIA PER IL LAVORO promossa da CGIL-CISL e UIL il 28 giugno scorso aveva chiesto al Governo Renzi di riconoscere l’Area di Crisi nel Distretto Produttivo a cavallo tra le province di Isernia e Campobasso dove hanno perso l’occupazione poco meno di mille addetti all’ex-Pollo Arena di Bojano ( GAM-SOLAGRITAL Scarl ), e circa duemila se si considera anche l’indotto nella fabbrica tessile dell’ITTIERRE Spa di Isernia dove in passato si sono prodotti i marchi di Ferrè, Dolce e Gabbana, Cavalli ed altri. A questi si sommano le aziende dell’indotto metalmeccanico di Isernia-Venafro e una più generale situazione di crisi che ha visto passare gli occupati complessivi molisani da 112.000 a 98.000 con un calo che ha portato il tasso di disoccupazione ad avvicinarsi al 16% con punte drammatiche per i giovani e le donne che oltrepassano il 50%. Una nuova emigrazione di giovani diplomati e laureati si è intensificata a partire dal 2007 con un ritmo che priva il territorio delle forze vitali per programmare qualsiasi progettualità possibile per il futuro. La Regione Molise ha inviato fin dallo scorso mese di aprile la Delibera di Giunta n. 163/2014 al Ministro dello Sviluppo e alla Presidenza del Consiglio per far riconoscere l’Area di Crisi ai sensi dell’art. 27 della legge 134/2012 e stipulare sul modello di Piombino un PATTO PER IL LAVORO a Palazzo Chigi con uno stanziamento straordinario di 200 milioni di euro provenienti da risorse europee quali il Fondo di adeguamento alla Globalizzazione e dal fondo nazionale di coesione. A distanza di due mesi si attende la convocazione del Governo che si è impegnato a risarcire il Molise per via della penalizzazione avuta con l’inserimento tra le regioni in regime di transizione nella programmazione dei fondi europei 2014-2020. L’auspicio del mondo delle imprese, dei lavoratori e delle istituzioni molisane, deliberato ufficialmente nella Commissione Regionale Tripartita e inviata ai Ministeri dello Sviluppo e del Lavoro, è che ci sia un futuro di dignità anche per la periferia delle nostre piccole comunità dell’Italia Minore.