La ormai famosa delibera a tutela dell’immagine della Regione e delle sue Istituzioni si iscrive in realtà in un progetto più articolato elaborato per eliminare quel fastidioso e,soprattutto, immotivato fenomeno che è il dissenso rispetto all’attuale classe dirigente. E’ già prevista una seconda, e più articolata iniziativa per tutelare i politici (e i dirigenti pubblici) e ripristinare i veri valori della molisanità. Si tratta di un questionario telefonico che sarà somministrato a tutti cittadini molisani, nessuno escluso, nei prossimi mesi. A fare le interviste telefoniche saranno i circa 1000 dirigenti della Regione Molise (Asrem inclusa) che così, per la prima volta, avranno qualcosa da fare. Il questionario è mirato a selezionare una lista di cittadini irrefrenabilmente dediti al dissenso e, quindi, adottare nella fase tre adeguate misure di rieducazione/riconversione (si pensa ad appositi campi di lavoro, ma su questa fase c’è un segreto strettissimo e assoluto). Il questionario prevede, poi, all’inizio una domanda bloccante. La domanda è “Lei è un giornalista ?”.
Se la risposta è sì, non si procede oltre nelle domande e il nominativo viene inviato ad un apposito dipartimento che, tempestivamente invierà al giornalista in questione un atto di citazione/diffida. In esso si daranno 60 giorni di tempo al giornalista per dimostrare di non occuparsi di politica e amministrazione ma di altri argomenti, più interessanti e fonte di crescita civile. Se entro 60 giorni il giornalista non avrà prodotto articoli e servizi sul giardinaggio, sulle nuove frontiere dei cosmetici, sulla difficoltà e le opportunità di vivere in campagna, sul bricolage o sulla cucina medievale lo stesso sarà querelato direttamente dalla Regione. La denuncia sarà per diffamazione presunta e sarà il giornalista a dover provare, nelle aule giudiziari,e la sua totale estraneità alla diffamazione delle Istituzioni ( il reato di diffamazione presunta si appoggia al sillogismo socratico: i giornalisti diffamano, io sono un giornalista, io diffamo).
Per gli altri cittadini invece il questionario prevede numerosissime domande sul rapporto che hanno con la classe politica e dirigenziale locale. Ne segnaliamo alcune. “Perché non ci vuole bene?”.”Lo sa quanto costa presenziare a 50 matrimoni l’anno, di cui peraltro non ci importa una cippa?”” Lo sa è snervante prendere tutti questi soldi e non fare praticamente un cazzo?””Lo sa che amministrare è una cosa difficile, talmente difficile che neanche noi la sappiamo fare?”” Lo sa che se ci odia poi fa un peccato?” “C’è stato mica un diavoletto che ci ha fatto litigare?”.
Alla fine tutti i questionari e le loro risposte saranno analizzate da un supercomputer che selezionerà le liste dei cittadini più a rischio di infrangere e sporcare l’immagine della regione. Per questi ( e solo per questi) verranno adottate specifiche misure di rieducazione sulle quali, come detto, vige il segreto più ferreo.