Siamo entrati in possesso di una copia del “Prontuario della sanità molisana”, documento riservatissimo predisposto dai tecnici ministeriali e fornito in dotazione a poche figure apicali della sanità regionale. Il prontuario dovrebbe servire come una sorta di manuale per intervenire in un sistema, quello della sanità molisana, considerato completamente marcio. Ne abbiamo fatto alcuni estratti che cominciamo a pubblicare con questo numero, perché lo riteniamo davvero illuminante.
Paziente: appunto. Lo dice la parola stessa, il paziente molisano deve essere armato di tantissima pazienza. Se si ammala deve comprendere, e bisogna farglielo comprendere, che aver votato per tanti anni i soggetti che dirigono il Molise ha nuociuto gravemente alla sua salute. Deve cercare di istradarsi sulla via dell’automedicazione perché i soldi della sanità molisana non possono ragionevolmente essere spesi per la cura delle persone.
Essi infatti devono prioritariamente garantire il pagamento degli stipendi ai 756 dirigenti dell’Asrem, ai dirigenti dell’assessorato alla sanità, ai tanti subcommissari e dirigenti generali oltre che per saldare gli appalti, le consulenze e gli acquisti di materiale, servizi e merci spesso completamente inutili o acquistati a prezzi tre volte più alti di quelli di mercato.
Integrazione pubblico-privato: è una grandissima minchiata ma serve per prendere tempo e dare speranza al popolo. Non c’è nulla da integrare, visto che i soldi in entrambi i casi sono tutti del contribuente. L’unico punto è che il cittadino molisano è stato privato oggettivamente di tutto, incluso il diritto alla salute e quindi i ragionamenti sull’integrazione servono solo per non dargli il tempo di accorgersene.
Acquisto farmaci: non è pensabile che uno va dal medico quello gli scrive una ricetta, va in farmacia e ritira a costi risibili dei farmaci. D’altronde se avesse avuto una vita previdente e morigerata quei farmaci non gli sarebbero certo serviti. Per cui è necessario cambiare registro. Si propone, in collaborazione con l’Aams, la nascita di una lotteria istantanea dal nome “Gratta&cura”.Con la ricetta si va in farmacia e si controllano gli ultimi cinque numeri della prenotazione. Se escono almeno due numeri si ha diritto al farmaco, altrimenti dovrà ritentare e sarà più fortunato con una nuova ricetta (ed un nuovo ticket). Se indovina tutti e cinque i numeri però ottiene il jackpot “Win for death” in quanto potrà farsi curare e ricoverare gratuitamente in qualsiasi struttura sanitaria molisana fino alla morte
Cattolica: è una delle strutture fintoprivate operanti nel Molise. Gli hanno dovuto però cambiare il nome perché non puoi definirti cattolico e nello stesso tempo licenziare 45 padri di famiglia senza prima risparmiare sino all’ultimo centesimo sui costi del centralino o delle consulenze. Se lo sapesse Papa Francesco si precipiterebbe subito a telefonare…
Neuromed: altra struttura finto privata molisana dovrebbe a breve cambiare il nome in Euromed, vista l’imminenza di elezioni per il rinnovo dell’europarlamento. Si tratta di un struttura di Pozzilli specializzata nella cura dei cognati
Pronto soccorso: non ha senso nel Molise, dove di pronto non c’è e non c’è mai stato assolutamente nulla. E poi costa una tombola e crea in continuazione gente incazzata e socialmente pericolosa. I pronto soccorso residui vanno immediatamente chiusi e al loro posto vanno ipotizzate aree di lento soccorso dove ognuno potrà trovare in se stesso, senza personale medico, la strada della guarigione.
Ospedali in chiusura: secondo le previsioni nel Molise non dovrebbe restare nemmeno un ospedale aperto anche perché, come già detto, se la sono voluti loro. Si pone il problema di come utilizzare al meglio le strutture così dismesse. Si potrebbe pensare alla creazione di grandi casinò, magari una catena con lo slogan “Gioca e pensa alla salute” che manterrebbe così il legame con il passato degli edifici e dei complessi immobiliari. Peccato poi per la attuale vigenza della legge Merli perché in alternativa si poteva pensare a dei veri e propri casini, strutture di grandissima redditività, con lo slogan “Fare all’amore fa bene alla salute”. Comunque va detto che di casini la sanità molisana ne ha già tanti, benché solo ufficiosi. (1/continua)